ROMA – L’hanno denominata ‘Operazione San Gennaro’ che ha portato alle prime ore dell’alba di questa mattina all’arresto di cinque persone, tra cui un giudice del Tribunale di Napoli. Si tratta di una operazione anticorruzione della polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma
Le accuse
I reati di cui vengono accusati i cinque sono di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. E ancora corruzione in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, millantato credito, tentata estorsione, favoreggiamento personale”.
I nomi
A finire in manette il napoletano Alberto Capuano, 60enne gip del tribunale di Napoli presso la sezione distaccata di Ischia. Oltre a lui arresto per Antonio di Dio, 66enne consigliere della Municipalità di Bagnoli, il libero professionista Valentino Cassini, 52enne di Nocera Inferiore e Giuseppe Liccardo, 30enne ritenuto vicino al clan Mallardo di Giugliano. Di Dio è stato eletto nel 2016 con Dema, poi è passato al gruppo Misto.
Le perquisizioni
La squadra mobile di Roma in queste ore sta eseguendo una serie di perquisizioni. L’obiettivo è reperire documenti e atti che vedrebbero il giudice del Tribunale di Napoli in stretto legame con la camorra
Non solo San Gennaro
Ieri la mafia, oggi la camorra e la ‘ndrangheta.. In queste ore, infatti, oltre all’arresto dei cinque indagati per corruzione tra cui un giudice del Tribunale di Napoli, la polizia di Roma con 250 agenti sta operando anche in una maxi operazione. C’è il sequestro di 12 milioni di euro nei confronti della criminalità organizzata calabrese che opera a Roma e dintorni.
Gli immobili sequestrati
Sono 173 gli immobili sequestrati alla banda criminale non solo nella capitale, ma anche nelle zone di Rignano Flaminio, Morlupo, Campagnano Romano, Grottaferrata, e altre province italiane. Sono finiti in manette di nomi come Scriva, Morabito, Mollica, Velonà e Ligato. All’operazione non solo la Questura di Roma, ma anche altre dieci appartenenti all’intero territorio nazionale