ROMA – Corruzione: consulenze d’oro, tangenti, e biglietti vacanze, per un giro di corruzione da 350 mila euro. Così venivano pagati i favori nell’Ente per la previdenza degli infermieri professionali (Enpapi). Di cui stamani sono stati arrestati il presidente Mario Schiavon e il direttore generale Marco Bernardini. In manette sono finiti anche un imprenditore, un avvocato e un commercialista.
Le indagini del Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza, coordinato dal pm Alberto Pioletti, sono partite da una segnalazione dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia. E hanno messo in luce una serie di compravendite immobiliari fittizie. Investimenti mal gestiti e consulenze poco trasparenti. Le verifiche mettono in luce “il totale disinteresse di Schiavon e Bernardini rispetto all’Ente e al suo patrimonio. Anche a danno di migliaia di lavoratori iscritti all’istituto previdenziale”. Scrive la gip Elvira Tamburelli nell’ordinanza con la quale dispone gli arresti.
Mario Schiavon e Marco Bernardini arrestati per corruzione
“L’avidità mostrata da Schiavon, al pari dei privati corruttori nel perseguire e realizzare operazioni finanziarie anche pregiudizievoli per l’Enpapi il ricorso sistematico. Osservato nelle corruzioni, ad operazioni finanziarie assai complesse e di difficile ricostruzione e ad ogni meccanismo. Utile a schermare le loro persone, le plurime condotte di inquinamento probatorio registrate sino ai tempi più recenti”. Sono elementi che, considerato il pericolo di reiterazione del reato, rendono necessario il carcere.In cambio dei favori elargiti uno degli arrestati avrebbe ricevuto, tra i vari ‘regali’, anche un biglietto aereo per due persone. Con annesso ingresso alla finale di Berlino di Champions League del 2017 tra Barcellona e Juventus.
Le contestazioni riguardano una serie di tangenti corrisposte ai due manager dai tre arrestati che avrebbero così ripagato i vantaggi economici goduti grazie all’Ente. Sotto forma di numerosi incarichi di consulenza conferiti loro dalle società di gestione dei fondi ove ha investito l’Ente previdenziale. Fondi che, secondo gli inquirenti, hanno fruttato compensi professionali per circa 50 milioni di euro dal 2012. L’operazione ha portato al sequestro di somme di denaro, beni mobili e immobili. Per un importo di circa 350 mila euro. Pari al presunto importo della corruzione.
(LaPresse)