COSENZA – I carabinieri di Cosenza hanno sgominato la banda dei furti d’auto che aveva terrorizzato Cosenza, Rende e la zona di Montalto Uffugo. Sono 18 le misure cautelari eseguite dai militari dell’arma. Per 10, il gip ha disposto il carcere. In 6 finiscono ai domiciliari. Per tutti, le accuse a vario titolo sono quelle di ricettazione, furto ed estorsione in concorso. Coinvolti anche due minorenni, per i quali il gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro ha disposto la misura cautelare (uno in un istituto di pena minorile e l’altro in comunità).
Sgominata la banda dei ‘cavalli di ritorno’: 18 arrestati, tra di loro due minorenni
I furti di macchine, da qualche tempo, erano aumentati sensibilmente. Poi la ‘procedura’ era standard. La chiamata al proprietario da una cabina telefonica, la richiesta di una somma per riavere indietro l’auto. Il tradizionale ‘cavallo di ritorno’. Per questo motivo gli investigatori si sono messi sulle tracce dei criminali, sospettando che dietro gli episodi ci fosse una vera e propria banda. D’altronde, sono più di 50 i furti contestati agli arrestati di questa mattina. I veicoli che venivano rubati erano in qualche modo selezionati. Si trattava, nella maggior parte dei casi, di Fiat Panda, Punto e Grande Punto. Altra auto ‘gettonata’ era la Lancia Y. Gli incontri tra i malviventi e i proprietari delle vetture rubate avvenivano al ‘Villagio degli Zingari’ di Cosenza.
Oltre 50 furti d’auto tra Cosenza e Rende, poi le richieste estorsive alle vittime
Lì, le vittime avrebbero dovuto consegnare cifre che andavano dai 300 ai 1.500 euro, a seconda del valore dell’auto. Al momento della consegna del denaro, i malfattori indicavano ai proprietari delle macchine il luogo dove potevano ritrovarle. Nel caso in cui qualcuno non avesse accettato le richieste estorsive, le auto venivano smontante e i pezzi rivenduti. Complessivamente, 48 persone sono state ascoltate dagli investigatori per un totale di 52 episodi di furto d’auto contestati alla banda. Molte vittime hanno collaborato fattivamente con i carabinieri per l’identificazione dei malviventi.