MILANO – Rallentare la corsa di Omicron. É questo l’obiettivo da perseguire nelle prossime settimane, per il professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute, che commentando i dati dell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità relativo all’andamento epidemiologico della pandemia di Covid-19, definisce la variante “meno virulenta ma estremamente contagiosa”.
Che Omicron corra veloce lo testimonia non solo la curva epidemica in Italia ma anche nel resto d’Europa. In tanti sono stati costretti a letto dopo le feste – tra loro anche il professor Massimo Galli, ex primario dell’ospedale Sacco di Milano – con febbre e malessere.
I nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 108.304 e 223 i morti, con un indice di positività che si attesta al 22%. Poco incoraggianti anche i dati settimanali. Per l’Iss, infatti, dal 31 dicembre al 6 gennaio l’incidenza dei casi è più che raddoppiata: da 783 ogni 100mila abitanti registrati nella precedente rilevazione, questa settimana si è giunti a 1.669 ogni 100mila abitanti e l’indice Rt è salito da 1,18 a 1,43. Nel periodo 15 – 28 dicembre, invece, l’Rt medio era di 1,43 e nei 7 giorni precedenti di 1,18.
E con i contagi che galoppano quasi tutta Italia finisce in zona gialla. Abruzzo, Emilia-Romagna, Toscana e Val d’Aosta, infatti, cambiano colore aggiungendosi alle 11 regioni e province autonome dove dal 3 gennaio le misure anti Covid avevano subito una stretta.
Anche la pressione sugli ospedali ritorna a crescere
Il tasso di occupazione di posti letto in area medica si attesta al 21,6%, mentre le terapie intensive sono occupate al 15,4% da pazienti Covid. Abbastanza perchè anche Abruzzo, Emilia-Romagna, Toscana e Val d’Aosta. L’unico modo per combattere Omicron – oltre che con le vaccinazioni – è “mantenere dei comportamenti prudenti e soprattutto sottoporsi alla terza dose di vaccino anti-Covid per prevenire le forme più gravi di malattia”, è l’invito del professor Rezza.
“Il trend delle reinfezioni è in aumento, e ciò conferma il dato che c’è un rischio di infezione elevato nelle persone che non effettuano la terza dose booster aggiornando la propria situazione immunitaria”, conferma il professor Silvio Brusaferro. Complessivamente, anche secondo il presidente dell’Iss l’epidemia è in “drastico peggioramento”. Lo dimostrano “molteplici segnali di allerta anche nella capacità delle Regioni di far fronte al numero di nuovi casi e al loro monitoraggio: per questo – conclude – ci sono molte regioni a rischio alto”.(LaPresse)