Covid, 27.214 casi e 127 decessi. Aifa: “Reazioni avverse in 1 caso su 1000 vaccini”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Ministero della Salute - Conferenza stampa su campagna vaccinale Nella foto Nicola Magrini (Aifa)

MILANO – Nelle ultime 24 ore sono stati 27.214 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 18.380. I tamponi effettuati sono 174.098 (ieri 105.739). La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 15,6% (ieri era al 17,4%). Sono 127 i morti nelle ultime 24 ore, numero che tiene conto di alcuni riconteggi. È questo il quadro che emerge dal bollettino del ministero della Salute del 19 aprile.

Sul fronte dei ricoveri – dato fondamentale per comprendere l’andamento della pandemia – i pazienti Covid in terapia intensiva sono in totale 422, con 38 nuovi ingressi, mentre nei reparti ordinari sono 10.214 (+274). L’occupazione degli ospedali continua a rimanere sotto controllo, anche se per il momento i reparti non sono sotto pressione.

Nel frattempo, Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha fatto il punto sugli effetti dei vaccini. Tra il 27 dicembre scorso e il 22 marzo sono state meno di una su mille le reazioni avverse gravi segnalate dopo un vaccino anti-Covid. In tutto, in Italia sono state 134.361 le segnalazioni di sospetta reazione avversa al vaccino su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate, pari a un tasso di segnalazione di 99 ogni 100.000 dosi. Tra queste, però, l’82,1% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia o stanchezza, dolori muscolari.

Aifa ha monitorato gli effetti dei cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Comirnaty (Pfizer) è il vaccino attualmente più utilizzato(65,2%), seguito da Spikevax (Moderna 24,7%), Vaxzevria (Astrazeneca 9,0%), Covid-19 Vaccino Janssen (Johnson & Johnson 1,1%) e Nuvaxovid (Novavax 0,02%), in uso dal 28 febbraio 2022. Per l’agenzia del farmaco, infine, le segnalazioni di eventi avversi a partire dalla seconda dose sono inferiori a quelli relativi alla prima e ancora più bassi per la terza dose.(LaPresse)

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