Covid, Bocelli: “Auspico che ci sia la ripartenza reale del mondo dello spettacolo”

Le parole del tenore Andrea Bocelli che si esibirà a Central Park, stasera, per l'evento con Springsteen e Santana

Andrea Bocelli (foto Gianluca Moggi/New Press Photo LaPresse)

MILANO – “Canterò ‘O sole mio e You’ll never walk alone. Un’ode alla vita che parla di sole fisico ma anche metaforico, di energia. E un inno planetario di fratellanza. Dichiarazioni d’amore e solidarietà collettiva, la certezza di un cielo dorato dopo la tempesta. Speriamo sia così”. Lo dice in una intervista a Repubblica il tenore Andrea Bocelli che si esibirà a Central Park, stasera, per l’evento con Springsteen e Santana, per il megaconcerto “We love NYC, Homecoming Concert” a Central Park.

“Non sono previsti duetti, ma la mia voce sarà la prima sul palco e avrò poi il privilegio di godermi il resto dello spettacolo”, afferma.

“La storia ci insegna che scogli peggiori sono stati superati, talvolta con insperata rapidità. Ce la faremo, con buona volontà e buonsenso – sottolinea – L’ottimismo è un dovere morale, ancor più in questo caso”.

“Auspico fortemente che sia il simbolo di una ripartenza reale. Sono un cantante, non un organizzatore o un politico, non ho ricette. Risoluzioni discutibili però hanno penalizzato la cultura, sottovalutandone il ruolo cruciale. Perché quando non si promuove lo spirito, si retrocede”.

“Gli artisti portano da sempre l’onore e l’onere di grandi responsabilità sociali. Ho fatto il mio dovere partecipando a eventi musicali, in quei mesi bui. Volevo essere utile e offrire momenti di serenità”, aggiunge.

Colpito dal covid, Bocelli racconta di aver “perso la voce per due settimane, insieme con gusto e olfatto. Non ho avuto paura, ma provavo sofferenza e frustrazione per ciò che accadeva. Ho ripreso poi a cantare, in streaming, facendo di necessità virtù”. E in merito alle polemiche scatenate da alcune sue dichiarazioni dice: “Volevo dare un messaggio di fiducia e ottimismo al Paese turbato. Mi è dispiaciuto esser frainteso e aver involontariamente ferito la sensibilità di alcuni. Mi turba che questa tempesta globale abbia istillato la tossina del terrore limitando un valore fondamentale: la libertà”.

“Ho sofferto la pausa forzata – conclude – Mi manca il rapporto diretto col pubblico dal vivo, la fisicità della realtà, un’intensità non surrogabile tramite computer”.

(LaPresse)

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