ROMA – L’Italia si prepara a tornare in giallo a metà: da lunedì saranno di questo colore 11 regioni, mentre cinque saranno ancora tinte di arancione (Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Puglia e Calabria) e una sola in rosso (Sardegna). Per più della metà del paese dunque il 26 aprile sarà il giorno delle prime riaperture, con il ritorno di bar e ristoranti all’aperto, dalle 5 alle 22, con servizio al tavolo, il via libera ai cinema e ai teatri (1.000 posti occupati all’esterno e 500 in sala e comunque non oltre il 50%) e ok agli sport di squadra sempre all’aperto ma senza uso degli spogliatoi. Per quanto riguarda le scuole, fino alla fine dell’anno scolastico, le superiori in zona rossa dovranno garantire le lezioni in presenza dal 50% al 75% e in zona arancione o gialla dal 70% al 100%. E arriva puntuale la circolare del Viminale con una serie di indicazioni e chiarimenti.
Resta libero l’accesso alle seconde case. Gli spostamenti tra regioni gialle saranno consentiti, mentre servirà l’autocertificazione, in attesa del green pass, che attesti la vaccinazione o la guarigione dal Covid, o la negatività a un test molecolare o antigenico rapido, per andare in regioni di colore diverso anche per turismo. Fermo restando che il coprifuoco alle 22 per ora non si tocca, in zona gialla (anche fuori regione) e in arancione (solo all’interno del Comune) ci si potrà recare “in una sola abitazione privata, una volta al giorno”, per visite ad amici e familiari, in quattro persone più un minorenne fino a 17 anni. Quindi, non soltanto al massimo in due con bambini sotto i 14 anni. Per quanto riguarda i bar e i ristoranti, in zona gialla, le consumazioni sono consentite soltanto all’aperto e non al banco al chiuso. Al tavolo saranno sedute al massimo quattro persone, salvo che siano tutte conviventi.
Il ministero guidato da Luciana Lamorgese invita a rafforzare i controlli al mattino per evitare assembramenti sui mezzi pubblici, dove comunque viene confermato un riempimento al 50 percento per bus, metro e tram, di tenere alta la guardia nei weekend e nei festivi e prefestivi, a partire, quindi, dal prossimo ponte del primo maggio, con “mirati interventi operativi in prossimità dei quadranti urbani maggiormente interessati, specie nelle grandi città”. E non solo. I controlli dovranno, in particolare, rivolgersi alle zone della movida e dei locali. E la circolare del Viminale sottolinea che “è di tutta evidenza che il superamento di alcune precedenti restrizioni o limitazioni dovrà essere attentamente monitorato” per evitare l’”aggravamento del quadro epidemiologico”.
Intanto, la giornata di sabato è stata segnata dal pericolo assembramenti, con il lungomare di Ostia preso d’assalto, via del Corso a Roma chiusa e poi riaperta per l’eccessiva quantità di persone nel cuore della Capitale. A Milano, in una giornata calda e soleggiata, parchi e Navigli sono stati affollati. E la movida ha fatto salire la soglia d’attenzione anche a Napoli. Erano più di 200 le persone assembrate nella porzione di piazza Dante che si affaccia su via Ettore Bellini. Non mancava nulla, dalla musica agli alcolici fino alle danze sfrenate. I carabinieri hanno sentito chiaramente il frastuono della musica provenire dalla piazza. Grazie ad un impiego massiccio di forze che ha visto coinvolte oltre 10 pattuglie, i militari hanno sciolto l’assembramento e disperso i presenti, gran parte dei quali già in fuga alla vista dei lampeggianti. Sono stati 25 quelli identificati e sanzionati per violazioni alla normativa anti-contagio, tutti senza mascherina.
(LaPresse)