NAPOLI – E’ bufera su Astrazeneca. “Gli eventi rari di trombosi celebrali sono effetti collaterali del vaccino”, lo conclude L’Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione europea. In Ogni caso, precisa che il rapporto tra rischi e benefici del vaccino anti Covid “restano positivi”.
Ora, però, la palla passa in mano al governo e alle Regioni. Che fare? Per ora da Palazzo Santa Lucia Vincenzo De Luca si limita a prendere tempo, spiegano dallo staff: “Al momento andiamo avanti e aspettiamo indicazioni, ma ci sono e ci saranno tante defezioni”. Le indicazioni, le prime, sono arrivate nella notte di ieri durante l’incontro Stato-Regioni. L’uso del vaccino Astrazeneca, infatti, potrebbe essere raccomandato per i pazienti sopra i 60 anni.
“Considerando i dati sulla letalità (per coronavirus) che confermano che le vittime perlopiù sono anziani, l’idea anche per Italia è di raccomandare l’uso preferenziale oltre i 60 anni”, lo ha detto Franco Locatelli durante l’incontro Governo-Regioni. “Non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose”, ha aggiunto.
La riunione è iniziata ieri alle 20.30 e si è protratta a lungo nella notte. Era presente anche il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo. Il ministro della Salute Roberto Speranza, invece, ha precisato che un cambio di strategia su Astrazeneca sarà in “un provvedimento governativo con tutte le indicazioni”. Insomma, ciò che è cambiato è che l’Ema, questa volta, ha trovato un nesso di casualità tra le trombosi e la somministrazione del vaccino. Seppur rarissime.
Caos Astrazeneca, minacce agli Hub
Ora, si apre un nuovo fronte. Per chi deve ricevere la seconda dose, come si procederà? Ma anche per chi deve ricevere la prima. Nei giorni scorsi alla Mostra d’Oltremare, alla Stazione Marittima, nel Casertano come in provincia di Napoli migliaia di persone hanno chiesto, in alcuni casi preteso un vaccino diverso da Astrazeneca. A Giugliano, all’ospedale San Giuliano, in questi giorni fonti dell’Asl Napoli 2 spiegano che “ci sono stante molte intemperanze, velate minacce”. Insomma, il problema inizia ad essere serio e mette a repentaglio anche la sicurezza di medici e infermieri.
Ascierto e Botti: “Il Takis a settembre”
Intanto, il il direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Irccs “Fondazione G. Pascale”, il dottor Gerardo Botti e l’oncologo Paolo Ascierto, iniettano un po’ di buone notizie. Il vaccino in studio anche in Campania potrebbe essere pronto a breve. “Il nostro Takis, è un vaccino a Dna che contrariamente all’Astrazeneca ha bisogno di un vettore virale. Siamo nella fase uno della sperimentazione. Tra un mese o un mese e mezzo passeremo alla fase due. Sarà disponibile a scopo preventivo in autunno, forse a settembre”, spiegano. Si tratta di un vaccino tutto italiano facile da inoculare: “Non ci sono problemi rispetto alla catena del freddo, è un vaccino che si può conservare a temperature di frigorifero (4 gradi), ma resiste anche per giorni a temperatura ambiente. Altra cosa che vorremmo sottolineare è che la diffusione del vaccino all’interno dell’organismo viene facilitata dal meccanismo di vetro borazione, cioè prima di iniettare il vaccino nel muscolo deltoide la diffusione all’interno delle cellule è più immediata”.