ROMA – L’Italia aggiorna il suo record di contagi. Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi al covid-19 sono oltre 220mila (220.532). E’ il dato più alto di sempre. I decessi, compresi alcuni ricalcoli, sono 294 mentre il tasso di positività, con oltre 1,3 milioni di tamponi processati cala al 16%. Sale invece la pressione sugli ospedali e sulle terapie intensive. Il saldo dei ricoveri fa segnare +727, quello delle terapie intensive +71 con 185 ingressi giornalieri. I ricoverati con sintomi sono 17.067, in terapia intensiva si trovano 1.677 malati.
Intanto fra gli esperti cresce la fronda di coloro che vorrebbero lo stop al bollettino giornaliero in questa fase pandemica caratterizzata dalla variante Omicron e dal suo altissimo potere contagioso. “Abbiamo un aumento dei tamponi positivi che dice poco dal punto di vista epidemiologico e ha come unico effetto quello di avere un effetto ansiogeno sulla popolazione”, spiega a LaPresse l’epidemiologo Pierluigi Lopalco.
Un pensiero condiviso pure da Matteo Bassetti
“Siamo rimasti gli unici a farlo e non ha alcun senso, ci fa solo fare brutta figura agli occhi del mondo. Bisogna cambiare il conteggio dei malati covid”, spiega il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. Anche all’interno del Cts c’è chi, come l’infettivologo Donato Greco, la pensa allo stesso modo. “Sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi”, dichiara facendo intendere che dell’argomento se ne parlerà con il governo.
Che i dati sui positivi siano un ‘mare magnum’ non sempre di semplice comprensione lo certifica uno studio condotto da Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, su alcune strutture sentinella sparse su tutto il territorio nazionale. “Il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato Covid – viene spiegato – non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie e al momento del tampone pre-ricovero risulta positivo al Sars-Cov-2″.
Questi pazienti comunque devono essere isolati dagli altri e questo mette sotto forte pressione gli ospedali costretti a riorganizzare i loro reparti. “Siamo molto preoccupati per il blocco dell’attività chirurgica programmata determinato dalla nuova ondata pandemica causata dalla variante Omicron. Questa paralisi rischia di provocare gravi danni ai nostri pazienti, che sono circa 11 milioni in Italia”, l’allarme lanciato dalla Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi.
La corsa di Omicron prosegue in tutta Europa. L’Oms valuta che, con gli attuali tassi di infezione, “oltre il 50% degli europei sarà contagiato da Omicron entro due mesi”. Una situazione preoccupante davanti alla quale l’invito alle case farmaceutiche è quello di sviluppare nuovi vaccini “che abbiano un alto impatto sulla prevenzione delle infezioni e dei contagi, oltre a quello sulle malattie gravi e la morte”. Anche perché – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – combattere la pandemia a suon di booster “non è una strategia praticabile”.(LaPresse)