ROMA (Giusi Brega) – Over 60 e non vaccinato: è questo l’identikit di chi finisce in terapia intensiva a causa del Covid. E’ quanto emerge dallo studio sui dati riguardanti il periodo dal 15 ottobre al 14 novembre realizzato dall’Istituto superiore di Sanità che ha messo nero su bianco un dato importante: in un momento in cui crescono i contagi (16.632 nelle ultime 24 ore cui si aggiungono altri 75 morti) e l’Rt medio è al di sopra della soglia epidemica, negli ultimi 30 giorni in Italia c’è stata una maggiore incidenza di casi diagnosticati tra chi non si è ancora vaccinato.
Tra i ‘No-vax’ il rischio di finire in ospedale è “circa sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di cinque mesi (39 ricoveri per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi (43 ricoveri per 100.000). Stesso discorso per i decessi: il tasso di decesso nei non vaccinati (99,5 per 100.000) è circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi (12 per 100.000) e sette volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro cinque mesi (14 per 100,000).
Tra il 15 ottobre e il 14 novembre, le persone non vaccinate ricoverate in terapia intensiva sono state 546 (a fronte di 132 vaccinati con ciclo completo entro 5 mesi). Di queste, 165 nella fascia di età 40-59 (12 fra i vaccinati) e 318 nella fascia 60-79 anni (contro i 104 vaccinati). Nel frattempo, sottolinea il report, nessun vaccinato under 40 è stato ricoverato in terapia intensiva.
L’Iss ribadisce come “dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 75% al 44%”. Tuttavia, assicura l’Iss, l’efficacia nel prevenire casi di malattia severa “rimane elevata”: per i vaccinati con ciclo completo da meno di cinque mesi è pari al 93% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’85% per i vaccinati con ciclo completo da oltre cinque mesi rispetto ai non vaccinati.
Nelle ultime tre settimane, spiega l’Iss, si è osservato “un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età”. Già dalla seconda decade di ottobre, c’è stato un aumento dell’incidenza nelle fasce di età 0-9 e 10-19. Un dato – ancora da consolidare – che nell’ultima settimana risulta compreso tra i 200 e i 250 casi per 100mila abitanti. Nella fascia di età 40-49 l’incidenza sale a valori compresi tra 150 e 200 casi per 100mila abitanti. Solo nelle fasce di età sopra i 70 anni nell’ultima settimana l’incidenza rimane compresa tra i 50 e i 100 casi per 100mila abitanti.
Per quanto riguarda la variazione dell’incidenza a 7 e 14 giorni è stato registrato un aumento delle diagnosi di covid negli under 19, un dato “verosimilmente dovuto anche alla maggiore attività di screening nelle scuole”.
Nel frattempo nel nostro Paese sono stati sequenziati 9 casi di variante Omicron, 7 del cluster relativo al paziente indice, uno in provincia di Bolzano e uno in Veneto. In più, in vista dell’entrata in vigore del decreto che introduce il ‘super Green pass’ a partire dal 6 dicembre, il ministero della Salute ha aggiornato l’App di verifica dei certificati verdi: grazie alla nuova versione adesso c’è la possibilità di selezionare la tipologia di verifica, ‘base’ o ‘rafforzata’. Nella versione ‘base’ verranno riconosciuti i green pass rilasciati dopo la vaccinazione, la guarigione o l’esito negativo del tampone. Nella versione ‘rafforzata’, invece, verranno letti solo i codici di vaccinati e guariti. Intanto venerdì è stato registrato un nuovo record per i Green pass scaricati: 1.240.703.