Cruelty free, ecco il salmone fatto di alghe

Dai fiori di banano alla spirulina: in laboratorio i bastoncini di pesce vegetali

NAPOLI – La moda del cibo cruelty free ormai dilaga. Sono sempre di più le persone che scelgono di alimentarsi esclusivamente con frutta, verdura e legumi, abolendo dalla propria dieta carne, pesce e derivati animali. E’ una strada che si intraprende principalmente per ragioni etiche, per evitare che gli animali soffrano e vengano uccisi per finire sulle nostre tavole, ma le ragioni in alcuni casi sono anche ambientali. Da alcuni anni si sta diffondendo sulle tavole vegan la carne ‘finta’. La convinzione che la carne sintetica sia più ecologica di quella vera nasce dal fatto che buona parte del peso dei cambiamenti climatici viene attribuita agli allevamenti intensivi di animali. Ma la risposta al problema non è così scontata.

CARNE ‘FINTA’


La carne sintetica va distinta in due macro categorie. La prima è quella della carne di origine vegetale, fatta di verdure e legumi, che cerca di imitare tecnologicamente quella vera. La seconda tipologia invece è una carne animale a tutti gli effetti ma ‘in vitro’: è ottenuta dallo sviluppo di cellule animali in laboratorio, per cui di fatto è carne vera, solo che non passa per il mattatoio. Una circostanza che la rende attraente agli occhi degli animalisti fautori del cruelty free. Ma è proprio questa tipologia che scatena un dibattito molto acceso. Secondo la Fao tra il 2000 e il 2014, la produzione mondiale di carne è aumentata del 39% e si prevede che la produzione globale di carne continuerà a crescere del 19% nel 2030. La richiesta c’è ed è destinata ad aumentare soprattutto nei Paesi più sviluppati, per questo le industrie del food cercano alternative, ma non è detto che riducendo il numero di allevamenti si inquini meno. All’industria della carne tradizionale vengono contestati, oltre alla crudeltà dell’uccisione dei capi che nascono e crescono con il solo scopo di finire sulle nostre tavole, l’impatto ambientale ovvero l’emissione di gas serra, ma anche la deforestazione e il grande consumo di acqua. In realtà il problema ambientale del consumo della carne non è il fatto in sé, ma l’abuso della carne nelle nostre diete. Un problema che riguarda tutti i Paesi storicamente ricchi, ed assente in quelli poveri che invece consumano più verdure, cereali e legumi. Per molti è naturale pensare che la carne sintetica sia un’alternativa a minore impatto ambientale perché vengono meno tutte le conseguenze negative in termini di emissioni e consumo di risorse propri degli allevamenti. Ma non è detto.

SALMONE FATTO DI ALGHE


E la moda delle finte proteine arriva anche negli allevamenti ittici. Di recente l’azienda israeliana SimpliiGood ha rivelato di aver sviluppato con successo un prototipo analogo del salmone affumicato ottenuto esclusivamente dall’alga spirulina. Lo sviluppo è citato come il primo del suo genere. L’azienda produce già prodotti tra cui succedanei della carne, bevande e gelati. Ma è la prima volta che viene realizzato dl ‘finto’ salmone. Lo scorso anno una grande inchiesta sull’industria scozzese del salmone è stata pubblicata da una rete globale di Ong in 30 paesi guidata dall’organizzazione per il benessere degli animali d’allevamento Compassion in World Farming. Dal dossier è emerso un quadro sconcertante: in molti allevamenti, gli investigatori hanno trovato pesci stipati in spoglie gabbie sottomarine, dove questi migratori naturali non hanno altro da fare che nuotare senza meta in condizioni anguste fino all’età di 2 anni. Il grado di sofferenza di questi animali è tale che la mortalità può raggiungere il 25% prima che il gruppo sia destinato alla macellazione. Non solo l’allevamento del salmone è dannoso per il benessere degli animali, ma anche per l’ambiente. I rifiuti organici e chimici degli allevamenti stanno cambiando la chimica dei sedimenti e uccidono la vita marina sul fondo del mare. Inoltre possono portare a una cattiva qualità dell’acqua e a fioriture algali dannose.

Fiori di banano


Oltre al salmone affumicato in commercio troviamo anche bastoncini e polpette di pesce ‘vegane’ realizzate a partire dai fiori di banano che ha una consistenza simile a quella del pesce bianco, pastellato e fritto. Una svolta per i vegani.

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