Cucciolo di orso dal destino incerto: la raccolta firme per liberare M89

Foto Olycom/LaPresse archivio storico - stock anni 2000 immagini stock Stock - Cucciolo di orso Nella foto: Cucciolo di orso
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La Provincia di Trento è stata denunciata dagli attivisti dell’associazione animalista e ambientalista Bearsandothers a causa di un orsetto, M89, ormai rinchiuso da tempo. Tutto è iniziato nel mese di aprile in Val d’Algone, sulle Dolomiti. Dei forestali hanno visto l’orso di appena due mesi cadere da un albero, mentre si trovava con la madre e un altro cucciolo. Dopo diversi giorni i due non erano più tornati. L’orsetto era rimasto da solo, immobile, con gli occhi chiusi e incapace di cibarsi autonomamente. Grazie alle cure prestate dal capo veterinario della Provincia Roberto Guadagnini, il piccolo dopo pochi giorni si è risvegliato e ripreso. Da alcuni mesi si trova al Belpark, il Parco faunistico di Spormaggiore. 

L’orso ora ha raggiungo i cinque mesi di età e, secondo gli esperti, la sua salute è ottima e può essere reinserito nel suo habitat. Ma il suo destino è incerto, perché ha avuto la sfortuna di perdersi proprio nel periodo in cui è stato aggredito il giovane Andrea Papi. La Giunta Provinciale, guidata dal leghista Maurizio Fugatti, aveva disposto ordinanze di abbattimento per diversi orsi, mentre una settantina dovevano essere trasferiti altrove. L’idea iniziale era quella di poterlo rilasciare in natura una volta sano, ma dopo gli ultimi avvenimenti c’è il rischio che passi tutta la sua vita in cattività, all’interno di un recinto. “Il cucciolo ora sta bene – afferma il presidente del Parco Andrea Marcolla – lo abbiamo inserito nella nostra area di isolamento che non è aperta al pubblico, dove viene costantemente monitorato. Sono solo due le persone che se ne occupano perché dobbiamo cercare di ridurre al minimo i contatti con gli esseri umani”.

È in corso un lungo dibattito. Da una parte ci sono la Provincia Autonoma di Trento e il Servizio faunistico dell’amministrazione autonoma, che ritiene essere “inopportuno procedere all’immissione in natura del giovane orso con il rischio che questo, anche a distanza di tempo, a seguito della sua peculiare esperienza con l’uomo, possa assumere nel futuro un comportamento problematico”. Al contrario, esperti e animalisti ritengono che l’orso sia pronto per essere reintrodotto in natura. L’associazione Bearsandothers, dopo aver sporto denuncia, ha quindi lanciato una petizione: 38mila le firme raccolte in una settimana per ‘Liberare l’orsetto che la Provincia di Trento vuole rinchiudere a vita’. La Provincia di Trento vuole condannarlo a una reclusione permanente. L’associazione, dopo il tentativo fallito di abbattimento di JJ4, ritiene che la Fugatti “ha decretato che questo orsetto deve rimanere in prigione per ripicca e ostinazione verso gli orsi”.

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