MILANO – “Fino al 2014 c’è stata la stagione dei tagli alla cultura, poi questa situazione si è invertita. Per la manutenzione le risorse che servono sono infinite, ma grazie anche alle sinergie pubblico/privato stiamo facendo passi avanti. Dai privati in questi anni sono entrati più di 600 milioni di euro. Ricordo quando Della Valle mise 25 milioni per il Colosseo, invece di essere lodato fu osteggiato. Ma vorrei che chi ha avuto tanto dal nostro Paese possa ridare qualcosa indietro, perché se vende all’estero è anche perché ha dietro il marchio Italia. Vorrei arrivare al punto che una grande azienda si vergogni se non ha investito nel patrimonio culturale. Ma chi interviene in cultura lo deve fare per una vocazione morale”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo in collegamento agli Stati generali della Cultura, organizzati a Torino dal Sole 24ore.
Dall’entrata in vigore dell’ArtBonus nel 2014, la misura fiscale in grado di incentivare e facilitare le donazioni dei privati, le erogazioni a favore della tutela del patrimonio culturale sfiorano quota 700 milioni di euro (694 milioni di euro) per 5.276 interventi, coinvolgendo oltre 28.000 mecenati per più di 2.275 enti beneficiari e 2.975 beni o istituzioni culturali oggetto di erogazione, precisa in una nota il ministero della Cultura.
“Vorrei che arrivasse il momento in cui una impresa, soprattutto una grande impresa che esporta nel mondo, si vergogni se non destina una parte dei propri utili al patrimonio culturale del Paese. Mi aspetto che la cultura del ‘give back’, quella che caratterizza le società anglosassoni, diventi più sentita in Italia: chi interviene in cultura lo deve fare per vocazione morale. Dovrebbero arrivare cifre ben superiori”, ha sottolineato Franceschini in apertura degli Stati generali della Cultura, organizzati dal Sole 24ore.
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