Dall’America latina all’Europa. Dagli scontro in strada a quelli nei ‘palazzi’. E’ di tensione la linea che avvolge il globo negli ultimi mesi: conflitti più o meno giovani, che rischiano di cambiare lo scenario politico e sociale.
In Venezuela è in scena il braccio di ferro tra Maduro e Guaidò. Il primo tutelato dalla Russia, il secondo ‘spinto’ dagli Usa. In mezzo l’Onu con l’obiettivo di far rientrare lo scontro tra i due politici nei binari della democrazia.
Negli Usa, invece, ad ospitare la battaglia è il Congresso: i dem, guidati dalla speaker Nancy Pelosi, stanno facendo il possibile per fermare The Donald e il suo muro (una barriera d’acciaio) da istallare al confine con il Messico.
In Francia la protesta dei gilet gialli ha raggiunto il suo terzo mese. Ieri ancora scontri a Parigi e in altre zone della nazione guidata da Macron.
Conflitti di strada, ma anche frizioni diplomatiche, come quelle consumate (e pare risolte) tra l’Italia e i cugini d’Oltralpe. I francesi avevano richiamato ‘a casa’ il loro ambasciate a Roma dopo gli attacchi mediatici subiti da grillini e leghisti, lasciando vuoto per diversi giorni Palazzo Farnese.
La protesta si è estesa anche in Albania (clicca qui). A Tirana centinaia di manifestanti, guidati dal leader dell’opposizione, avevano tentato di assaltare il Palazzo di Governo.