Il congresso sulla famiglia ‘tradizionale’, il battibecco a distanza tra Vincenzo Spadafora e Matteo Salvini, poi Giovanni Tria con la questione ‘banche’ e infine Vincenzo Boccia. E’ i governo degli scontri.
Ma se ormai ai dissidi intestini dei penta-leghisti si sono un po’ tutti abituati, quando la stilettata arriva dall’esterno ha un altro peso. A darla ieri, ad esempio, è stato il presidente di Confindustria: “Italia ferma a crescita zero? Ora bisogna vedere come reagiamo come Paese, prenderne atto è determinante, tornare ai fondamentali della economia del Paese, recuperare fiducia, no alla stagione di alibi e colpe. Ma non subire il rallentamento economico, ma reagire”.
Con il governo, ha dichiarato Boccia durante la trasmissione Mezz’ora di RaiTre, “si è aperto un dialogo forte col governo, ci hanno convocato e abbiamo fatto le nostre proposte sulla crescita e abbiamo chiesto di definire l’ impatto sulla economia dei provvedimenti che mettono in atto”. E con Luigi Di Maio “c’è una coscienza di responsabilità. Siamo contenti che si apra un confronto col suo ministero”.
Ma per superare l’impasse, per progredire servono le riforme. “Il decreto sulla crescita e lo sblocca cantieri se saranno operazioni rilevanti possiamo avere auspicio che la crescita si recupera, se saranno marginali la crescita non ci sarà”.
Per concretizzare questi passi serve serenità. Giuseppe Conte lo sa ed è per questo che ha richiamato tutti alla calma: più sobrietà e azioni generosi. E’ stato il monito lanciato ai suoi ministri. Perché l’esecutivo è appeso a un filo e le imminenti europee rischiano di spezzarlo.