ROMA (Gianluca Rocca) – Dai dati Istat emerge una fotografia impietosa dell’Italia: siamo un Paese vecchio e povero. Talmente povero che l’immigrazione in entrata è in calo, mentre quella ‘in uscita’ è in aumento. A fronte di 300mila migranti che arrivano, ci sono 150mila ‘cervelli’ che emigrano. E nel frattempo continuano a calare anche i nuovi nati. La conclusione è chiara: o si cambia registro, o entreremo in un tunnel di involuzione sempre più nero. La speranza è che il nuovo governo inverta questa spirale evidentemente causata dagli ultimi decenni di governo: chi ha guidato il Paese lo ha fatto male. E’ un dato di fatto. E non è un caso se alla presentazione dei dati Istat di questa mattina, i lavori siano stati aperti dal presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento Cinque Stelle, emblema di quel cambiamento necessario che potrà essere rappresentato dal nascituro governo M5S-Lega.
L’intervento del presidente Fico
Il discorso introduttivo del presidente Fico si è mantenuto nei binari della correttezza istituzionale, ma si è chiuso con un auspicio affinché il nuovo governo possa affrontare e superare le criticità rilevate dall’Istat: in parole povere ha detto che il governo del vero cambiamento sta per insediarsi. E visto che si pone in evidente discontinuità con tutti i governi precedenti, c’è la fondata speranza che il trend negativo si possa realmente invertire. Del resto se parliamo di un Paese povero, il reddito di cittadinanza è il primo passo per venire incontro alle esigenze degli italiani. Una misura di partenza che si sposerà poi a quelle per incentivare le aziende e il mercato del lavoro.
I dati
I Dati dell’Istat sono state presentati questa mattina, a partire dalle 11, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Relatore è stato il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, che ha illustrato quella che è la ventiseiesima edizione del “Rapporto annuale sulla situazione del Paese”, restituendo aspetti negativi, ma anche positivi del ‘sistema Italia’.
La popolazione straniera: dati nella norma, anzi in calo
Al primo gennaio 2018 si è registrato un incremento di 18mila migranti rispetto all’anno precedente, come saldo tra ingressi, uscite e acquisizioni di cittadinanza. E’ dal 2016 che la variazione della popolazione straniera sull’anno precedente presenta valori modesti, soprattutto se comparati con quelli degli anni Duemila. Calo delle nascite tra gli stranieri: nel 2017 si stima che i nati con almeno un genitore straniero siano intorno ai 100mila (21,1% del totale dei nati). Dal 2012 il contributo in termini di nascite della popolazione straniera residente è in calo. A diminuire sono in particolare i nati da genitori entrambi stranieri, con una stima pari a 66mila nel 2017 (14,2% sul totale delle nascite).
Il lavoro
“La ripresa del mercato del lavoro – ha detto il presidente dell’Istat Alleva -, iniziata a partire dalla seconda metà del 2014, è andata consolidandosi nel 2017. Nella media dell’anno gli occupati stimati dalla contabilità nazionale sono circa 284mila in più rispetto al 2016, a fronte dei circa 324mila in più registrati l’anno precedente”.