Lega-M5S, sulla premiership si brancola nel buio

Nel pomeriggio incontro tra Salvini e Di Maio

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA (Loredana Lerose) – Sono ore decisive per trovare la quadra e chiudere sull’accordo di programma e sulla premiership del governo Lega-M5S, ammesso che non salti tutto. Staffetta tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, staffetta tra due nomi ‘terzi’, nome unico, tecnico o politico. La partita è aperta, ma c’è aria di tempesta. I leghisti della Prima ora, come l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni, a cui non è mai andata giù l’ipotesi di un governo giallo verde, invita il leader del carroccio a ripensarci e a tornare al voto.

Ottimismo 5 Stelle vs disfattismo leghista

“Le possibilità di fare il governo sono 60 a 40”, ha detto Di Maio. L’obiettivo una volta chiuso l’accordo sul contratto di governo, cosa che dovrebbe accadere in giornata, è quello di sciogliere il nodo sulla premiership. Ma tra i leghisti c’è chi non si rassegna e invita Salvini a più miti consigli, che in questo caso corrispondono al voto anticipato.

Maroni come Bixio

“Sembra una riedizione del compromesso storico, un compromesso tra nemici per la pelle. Salvini deve tornare sui propri passi, evitare l’accordo con il Movimento cinque stelle e riprendere a lavorare sul campo politico di cui lui è il capo”. Questo il consiglio di Maroni a Salvini, una sorta di ‘ritirata’. Maroni come Bixio che durante la battaglia di Calatafimi, suggerì la ritirata a Garibaldi, ma la risposta fu “Qui si fa l’Italia o si muore”. Frase che inserita nel contesto politico attuale, privata del tono melodrammatico, può significare: o si fa il governo o si torna al voto, ma anche che, dopo settimane passate a trovare un accordo, la credibilità di Salvini, tanto quella di Di Maio, rischiano contraccolpi laddove ci fossero drastici cambiamenti di rotta. Entrambi rischiano la propria leadership.

Identikit del premier

Laddove si chiudesse l’accordo sul contratto resterebbe da individuare a chi affidare la premiership. L’ipotesi meno accreditata è quella di una staffetta tra Di Maio e Salvini, a loro posto potrbbero, però, alternarsi due personalità indicate una dalla Lega e l’altra dal M5S. L’intenzione, fino alla fine, di entrambe le forze politiche è di individuare un nome unitario, dal profilo politico più che tecnico. Ma è ovvio che se non si raggiunge il pieno accordo sul contratto di governo non ci sarà nessuna premiership perché non ci sarà governo giallo-verde.

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