MILANO – All’alba dello storico giorno che ha portato Stati Uniti e Cina a una prima intesa sui dazi, qualche nube si affaccia all’orizzonte. Pechino brinda alla firma della ‘fase 1’ dell’accordo sulle tariffe, ma intanto chiede di affrontare subito nuove questioni. Il presidente Usa Donald Trump rassicura in un tweet che gli Usa sono in “un’ottima posizione per l’inizio della fase 2”, ma gli osservatori sono scettici su una sua mossa prima delle presidenziali di novembre. Il timore adesso è che il fronte dei conflitti commerciali si sposti sull’Europa. Uno sviluppo che preoccupa anche le associazioni agricole italiane.
La tregua tra Usa e Cina
L’intesa alleggerisce alcune sanzioni Usa nei confronti della Cina, mentre Pechino si impegna a aumentare gli acquisti di beni e prodotti alimentari made in Usa. Per un totale di 200 miliardi di dollari di importazioni in due anni. Dal canto suo Washington ferma l’introduzione di nuove tariffe al 15% che sarebbero dovute scattare su quasi 160 miliardi di dollari di prodotti cinesi lo scorso 15 dicembre. Ma quelle già esistenti resteranno in vigore fino alla firma di una ‘fase 2’ tra Washington e Pechino.
I termini dell’accordo
“L’accordo su ‘fase 1’ mostra che Pechino e Washington possono trovare soluzioni appropriate ed efficaci alle questioni rilevanti attraverso il dialogo”. Lo afferma un portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang. Geng non fornisce dettagli, ma Pechino vuole che le tariffe imposte in precedenza alla maggior parte delle esportazioni cinesi verso gli Usa vengano rimosse. Per l’amministrazione Trump alcune sanzioni devono rimanere in vigore anche dopo l’accordo, per garantire che Pechino mantenga le sue promesse.
Le ripercussioni sull’Ue
Intanto il fronte della guerra a colpi di tariffe sembra spostarsi sull’Europa. “Dopo la tregua siglata dagli Stati Uniti con la Cina adesso va cercata la pace anche con la Ue”, commenta la Coldiretti. Contro l’Europa “Trump è pronto ad aumentare i dazi fino al 100% in valore su una nuova black list allargata dei prodotti che comprende tra l’altro vino, olio e pasta made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffe esportati negli Usa per un valore complessivo di circa 3 miliardi”, ricorda la Coldiretti.
I timori della Coldiretti
Alla Coldiretti fanno eco le parole del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. In un’intervista al Corriere della Sera, Giansanti spiega che la firma della ‘fase uno’ “è certamente un fatto positivo”. Ma “lo è soprattutto per Usa e Cina, non per l’Europa”. Giansanti ricorda che le importazioni agroalimentari della Cina dalla Ue sono pari a circa 130 miliardi di dollari l’anno e “dopo la firma Usa-Cina, oltre il 30% del fabbisogno cinese sarà coperto con le maggiori importazioni dagli Usa” per questo “l’Europa dovrà rivolgersi ad altri mercati per esportare”. Con i nuovi dazi statunitensi verso l’Europa – avverte Giansanti – l’Italia “rischia di perdere posizioni su un mercato, quello delle esportazioni alimentari verso gli Usa, che vale 4,5 miliardi di euro l’anno, il più importante fuori dall’Unione europea”.
(AWE/LaPresse/di Francesca Conti)