ROMA – Il decreto Sicurezza riceve il via libera del Senato col voto di fiducia. Sono 163 i voti favorevoli, contro i 59 no e i 19 astenuti. Forza Italia non ha partecipato, mentre alla maggioranza mancano i voti dei ‘dissidenti’ M5S Paola Nugnes, Elena Fattori, Gregorio De Falco, Virginia La Mura e Matteo Mantero. Tutti sono usciti dall’aula di Palazzo Madama al momento del voto.
I “ribelli” rischiano l’espulsione
“In qualità di capogruppo ho segnalato il comportamento tenuto in Aula dai senatori ai probiviri, che hanno avviato un’istruttoria nei loro confronti”. Così in una nota il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. Si parla di un “comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo”. Patuanelli ha poi aggiunto che “la maggioranza e il governo godono di buonissima salute”.
Salvini: resteranno i volontari veri
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha parlato di “bellissima giornata” e di “strumento che prefetti sindaci e volontari veri e non mangioni avranno a disposizione”. Secondo Salvini, “molti finti volontari non parteciperanno più a bandi, se invece di 35 euro ne porti a casa 19 non ci mangia più né mafia né ndrangheta, ma rimarranno volontari veri e sono convinto che molte cooperative si daranno alla macchia”.
Scompare la protezione umanitaria
Il decreto legge Sicurezza e Immigrazione si compone di tre parti: immigrazione, la pubblica sicurezza e criminalità organizzata con gestione dei beni sequestrati e confiscati. La parte più controversa e che ha creato anche tensioni interne alla maggioranza, con la parte grillina in subbuglio, è lo stop al permesso umanitario. La protezione umanitaria è una delle tre forme di protezione che si possono garantire agli stranieri insieme all’asilo politico e alla protezione sussidiaria (queste due regolate da trattati internazionali). Sarà sostituita da un permesso di soggiorno della durata di un anno per sei fattispecie specifiche, tra cui motivi civili, medici o per calamità naturali nel paese di origine. Chi oggi gode di un permesso di soggiorno per protezione umanitaria (che ha durata biennale) lo perderà se fa ritorno nel suo paese di origine.