Cucchi, in processo a carabinieri nuove prove da inchiesta depistaggi

L'inchiesta sulle presunte bugie e i falsi legati alla vicenda Cucchi che coinvolge alcuni esponenti dell'Arma entra con nuove prove e testimonianze. Ciò nel processo in corso a cinque carabinieri legato alla morte del giovane.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Roma, 7 nov. (LaPresse) – L’inchiesta sulle presunte bugie e i falsi legati alla vicenda Cucchi che coinvolge alcuni esponenti dell’Arma entra con nuove prove e testimonianze. Ciò nel processo in corso a cinque carabinieri legato alla morte del giovane. I giudici della prima Corte d’Assise di Roma hanno ammesso, come chiesto dal pm Giovanni Musarò, una serie integrazioni . Questi attraverso documenti, intercettazioni e testimonianze entreranno nel processo in cui tre degli imputati rispondono dell’omicidio preterintenzionale di Cucchi. Nuove intercettazioni e verbali di interrogatori vengono dunque acquisiti e davanti ai giudici comparirà come teste il capo della squadra mobile di Roma, Luigi Silipo. Questo responsabile della nuova inchiesta partita dalle dichiarazioni del carabiniere Francesco Di Sano, finito sotto indagine insieme ad altre sei persone, cinque delle quali suoi colleghi e superiori.

dunque

In aula saranno sentiti anche Francesco Tedesco, il carabiniere che ha denunciato e accusato i colleghi coimputati nel processo. Inoltre sua sorella Giuliana, Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza. Quest’ultimo indagato per falso ideologico nello secondo filone di inchiesta. Poi Gianluca Colicchio, il collega di Di Sano che ha evidenziato anomalie contenute in una relazione di servizio sull’arresto di Cucchi da lui preparata nel 2009. Nel nuovo filone di indagine, legato ai depistaggio, sono indagate sette persone, sei delle quali appartenenti all’Arma. Tra di loro Di Sano, Colombo, il tenente colonnello Francesco Cavallo all’epoca dei fatti capufficio del comando del Gruppo carabinieri Roma. Poi il maggiore Luciano Soligo, ex comandante Talenti Montesacro, Tiziano Testarmata, e il maresciallo Roberto Mandolini, imputato per falso e calunnia nel processo in corso in Corte d’Assise.

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