ROMA – Lo Stato non controllerà le singole spese fatte con la card del Reddito di cittadinanza, ma solo gli importi complessivi.
Reddito di cittadinanza, le misure che tutelano la privacy
Con questa importante novità, richiesta dal Garante della Privacy, il cosiddetto ‘decretone’ che regola Reddito e Quota 100 si avvicina all’ok definitivo del Senato. Dopo la maratona di questa settimana, il provvedimento passerà a Montecitorio. I sussidi per i meno abbienti e la possibilità di ritirarsi dal mondo del lavoro, invece, partiranno ad aprile.
Stretta sui furbetti del divorzio e sugli stranieri
Rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi, oltre alle regole sulla privacy, c’è una doppia stretta: sui furbetti del divorzio e sugli stranieri. Chi si separa (magari col desiderio di avere due residenze distinte e ricevere così il reddito) dovrà presentare un apposito verbale della polizia municipale che certifichi separazioni o divorzi avvenuti dopo l’1 settembre 2018.
I cittadini extra-Ue, invece, dovranno produrre un certificato del loro Paese di origine, attestando la propria situazione patrimoniale. Questa disposizione ha scatenato polemiche perché, di fatto, rende più difficile ottenere il beneficio. Saranno esentati dall’obbligo i rifugiati politici e chi proviene da Paesi nei quali non è possibile ottenere la certificazione. Questi Paesi saranno indicati dal ministero del Lavoro.
Vicino l’ok al Senato per il Decretone
Con la luce verde di Palazzo Madama all’orizzonte, M5S e Lega si preparano a festeggiare il primo via libera parlamentare alle loro misure bandiera. Mentre dalle opposizioni Partito democratico a Forza Italia annunciano voto contrario. I dem parlano di un provvedimento “che fa male al Paese e crea uno sbilanciamento gravissimo dei conti pubblici”.
Pd e Forza Italia annunciano il voto contrario
Il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, sostiene che il “governo ha raccontato tante bugie. La legge Fornero non è superata e Quota 100 è una lotteria a beneficio di pochi, mentre la povertà non è certo abolita”. L’ex premier Matteo Renzi affonda ancora di più: con reddito e prepensionamenti “buttiamo via miliardi di euro che potevano sostenere l’occupazione. E invece aiuteranno assistenzialismo e lavoro nero”.
Simile la posizione di Dario Damiani, senatore azzurro, secondo cui il meccanismo dell’Rdc è “una forma di assistenzialismo fine a sé stessa”. I centri per l’impiego, attacca Damiani, “sono stati capaci di far incontrare solo il 3 per cento di domanda e offerta”, ed è difficile che facciano di meglio, anche con l’arrivo degli ormai celebri navigator.
L’attacco al vicepremier Di Maio
Un altro senatore forzista fa discutere per una protesta particolarmente originale: sventola in aula un gilet con sopra la foto di Di Maio, consigliandogli di tornare a fare lo steward allo stadio San Paolo. Dove il leader dei 5 Stelle ha lavorato qualche anno fa. L’interessato ribatte dicendosi orgoglioso di aver fatto lo steward, il cameriere e ora il ministro: “Ognuno di questi lavori è stata una occasione di apprendimento”, attacca.
Salario, inserita la soglia minima
Tra le altre novità arrivate con gli emendamenti, c’è la soglia minima di salario del lavoro che verrà offerta ai beneficiari del reddito. Si tratta di 858 euro, cioè il 10% in più del sussidio di 780 euro. Gli stessi beneficiari del reddito, inoltre, dovranno garantire da un minimo di 8 a un massimo di 16 ore settimanali di servizi utili per la collettività. Per quanto riguarda Quota 100, infine, l’anticipo del trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici che vanno in pensione viene aumentato da 30mila a 45mila euro.
(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)