Deturpato il litorale domizio, il Parco Saraceno a rischio crollo

CASERTA – Delle 180 abitazioni presenti nel Parco Saraceno di Castelvolturno, solo 16 risultano essere occupate. E chi le abita ora dovrà lasciarle per motivi di sicurezza. Si tratta del complesso residenziale situato a Pinetamare, realizzato negli anni ‘70 dagli imprenditori Coppola.
Nelle scorse ore, il sindaco Pasquale Marrandino ha firmato un’ordinanza urgente che impone lo sgombero immediato dell’intera area.
La decisione arriva a seguito di un sopralluogo congiunto effettuato da vigili del fuoco, carabinieri e dall’ufficio Tecnico comunale, che ha certificato la pericolosità delle strutture e le condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie in cui versa la zona.
Ieri mattina, i vigili urbani e gli agenti del commissariato della polizia di Stato di Castel volturno hanno notificato l’ordinanza agli occupanti delle abitazioni.
Il provvedimento stabilisce che gli immobili sono inagibili e impone che gli occupanti lascino le loro case entro il termine di martedì prossimo.
Le gravi condizioni del Parco Saraceno sono note da anni, e già nel 2015 si era proceduto con un provvedimento simile, che imponeva ai privati interventi di messa in sicurezza, ma che non vennero mai realizzati, in parte anche a causa dell’occupazione abusiva di molte delle unità abitative. Oggi, il rischio di crolli e le pessime condizioni strutturali e igieniche della zona rendono inevitabile l’allontanamento delle persone per garantire la loro sicurezza.
Il Comune di Castelvolturno si è già rivolto alla Prefettura di Caserta per coordinare l’eventuale impiego della forza pubblica, qualora gli occupanti non ottemperassero all’ordine di sgombero. Inoltre, l’ordinanza prevede l’interdizione completa dell’accesso all’intero complesso fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza necessarie.
Questa vicenda mette in luce le difficoltà di gestire in maniera efficace le emergenze abitative in contesti degradati come quello del Parco Saraceno, dove il diritto alla casa si scontra con le esigenze di pubblica sicurezza e incolumità.
Al momento, oltre 40 persone vivono nel Parco Saraceno, e tutte dovranno lasciare le abitazioni, a meno che non siano stati presi provvedimenti per un alloggio alternativo.

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Da case per i Marines a simbolo di degrado

CASERTA (gt) – Fu realizzato dagli imprenditori Coppola tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ‘80: lo scopo del Parco Saraceno era ospitare a Castelvolturno le famiglie dei militari americani di stanza alla base Nato ad Agnano. Composto da circa trenta palazzine a tre piani, il complesso residenziale ha ospitato a lungo chi accompagnava in Italia i marines in missione oltreoceano, ma con il trasferimento dei militari alla base di Gricignano, l’area è stata abbandonata. Cosa è successo? È diventata terreno fertile per l’abusivismo.
Negli anni successivi, il Parco Saraceno è stato occupato illegalmente da famiglie provenienti principalmente dalle province di Napoli e da alcune piccole comunità di immigrati africani. Ha iniziato ad ospitare gli ‘ultimi’. Oltre 10 anni fa, l’area era abitata da circa 60 nuclei, la maggior parte delle quali stanziava negli immobili in maniera abusiva, senza pagare affitti o tasse comunali, e con l’abitudine di allacciarsi alla rete elettrica pubblica senza autorizzazione. Nonostante i continui blitz da parte delle forze dell’ordine per smantellare gli allacci illegali e il tentativo di eseguire gli sfratti tramite ingiunzioni inviate dai costruttori Coppola, la situazione rimaneva invariata. Negli anni, il numero delle persone che sono rimaste a vivere là è diminuito, arrivando ai 16 nuclei che hanno ricevuto l’ordine di sgombero ieri.
A dare un destino diverso al Parco Saraceno sarebbe dovuta essere la realizzazione di un progetto dal potenziale economico altissimo per il Litorale: la costruzione del porto turistico. Quel progetto, al palo ormai da circa due decenni, prevede la demolizione del parco e la creazione di una piazza pubblica e un mercato del pesce. Chi dovrebbe realizzare questa struttura? Sempre i Coppola, che vinsero una gara, bandita dalla Regione, nel 2008 con l’Ati (Associazione temporanea di imprese) Mirabella Spa: ottennero l’affidamento in concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione del porto e delle relative strutture ricettive. Formata la società di progetto, denominata ‘Marina di Pinetamare’, che avrebbe dovuto passare all’azione, sono trascorsi da allora 16 anni e del porto nemmeno l’ombra. Se il cantiere avesse avanzato, probabilmente i problemi che ora ha il Parco Saraceno sarebbero stati già risolti.
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