CASERTA – “Per oltre 40 cittadini, purtroppo, sarà un Natale amaro”: parole del sindaco Pasquale Marrandino. Parole di chi non ha potuto fare altro che ordinare, come richiesto dai vigili del fuoco, lo sgombero delle abitazioni pericolanti del Parco Saraceno. Un provvedimento necessario per tutelare la vita di chi, in questi anni, ha continuato a vivere (la maggior parte abusivamente) in quell’area. “Con il supporto della polizia municipale, del personale dell’ufficio Tecnico e dei servizi sociali – ha proseguito il sindaco – ci stiamo ora occupando ora di raccogliere informazioni dettagliate sulle condizioni di queste abitazioni, per identificare con precisione chi le occupa regolarmente e chi in modo illegale, analizzando anche la loro storia. Ieri abbiamo notificato l’ordinanza di sgombero e ora ci preoccupiamo di gestire questa ennesima emergenza in sinergia con la Prefettura di Caserta”.
Sempre ieri, il sindaco ha partecipato a una riunione nella sede dell’ufficio territoriale di Governo, dove è stato convocato un tavolo tecnico per discutere in dettaglio il piano di sgombero e le sue conseguenze. “Durante l’incontro – ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo esaminato i numeri di questa operazione e le problematiche che essa comporterà”.
Le 16 famiglie che abitano gli immobili del Parco Saraceno dovranno lasciare l’area entro martedì prossimo. “Mi auguro che tutti provvedano a farlo autonomamente. Se così non fosse, lo sgombero dovrà essere effettuato dalle forze di polizia, con il supporto della Prefettura, che ha già espresso la sua disponibilità a coordinare l’intervento”.
Due dei nuclei familiari coinvolti hanno al loro interno persone con disabilità. “Il Comune si preoccuperà di garantire la tutela di queste persone e cercherà di supportarle nel trovare una soluzione abitativa alternativa”, ha dichiarato il capo dell’amministrazione locale. “Purtroppo, la situazione è davvero critica, ma, stando ai rilievi eseguiti dai caschi rossi, non è stato possibile fare altro”.
Le famiglie che ospitano persone con disabilità sono state protagoniste di una lunga battaglia legale contro i Coppola, i costruttori del Parco. In un primo sgombero, avvenuto oltre 8 anni fa, legato ai lavori di ampliamento del porto turistico, i proprietari dell’area avevano offerto una somma di risarcimento agli inquilini disposti a lasciare le abitazioni, in modo tale che potessero procedere con gli interventi tesi a realizzare l’opera (che è al palo da 16 anni). Le due famiglie interessate, però, rifiutarono l’offerta. “L’Ente – ha dichiarato Marrandino – ha già avviato un’interlocuzione con loro per risolvere al più presto questa situazione”. Trattandosi di immobili privati, la possibilità di intervento dell’amministrazione comunale è limitata. E’ legittimata se finalizzata a tutelare la sicurezza dei cittadini, ma su altri aspetti, ha sottolineato Marrandino, può poco. “Ma tutto ciò che sarà in nostro potere per tutelare i cittadino lo faremo”.
Don Antonio Palazzo: “Aiutiamo i più fragili”
CASTEL VOLTURNO (Giusi Scialla) – Padre Antonio Palazzo svolge la sua attività pastorale da molti anni presso la chiesa di Santa Maria del Mare a Pinetamare, a pochi passi proprio dal Parco Saraceno. Il sacerdote conosce la realtà del complesso immobiliare, dove vivono in condizioni precarie italiani e stranieri: “Le persone che abitano in quelle palazzine non sono mai le stesse, cambiano continuamente. Anche in passato ci sono state operazioni di sgombero, ma poi gli occupanti sono rientrati o sono stati sostituiti da altri. Nei giorni scorsi – ha dichiarato don Antonio – i carabinieri hanno identificato chi dovrà abbandonare le case: si tratta di immobili fatiscenti e viverci è pericoloso. Non so se è stata offerta agli abitanti un’alternativa. È necessario tuttavia trovare una soluzione ad hoc”.
Il sacerdote ha anche posto l’accento sulla possibilità che ci sia un trattamento diverso per italiani e stranieri, che rischierebbero di avere minori salvaguardie.
Lo sgombero delle abitazioni di Parco Saraceno potrebbe comportare l’esodo degli occupanti presso altre zone della città dove è frequente l’occupazione abusiva di case, come in Destra Volturno o Bagnara.
Gli interventi per evitare un disastro come nella Vela Celeste di Scampia
CASERTA (gt) – Sono le tragedie a ricordarci che esistono. Abbandonati, dimenticati, invisibili. Poi arrivano i ferimenti, le morti, il dolore e la rabbia a scuoterci. E così ci riappaiono dinanzi agli occhi. Parliamo dei luoghi degli ultimi, dei posti abitati da chi, a volte per volontà (comodità), altre per costruzione, è perennemente ai margini della società. Lo scorso luglio, a far riprendere coscienza all’Italia delle condizioni impietose e pericolose in cui versa ciò che resta delle Vele a Scampia, è stato il crollo di un ballatoio registrato in quella ‘Celeste’. Risultato? Indignazione, sofferenza e il correre ai ripari, per evitare che potessero esserci altri crolli e di conseguenza altre vittime, con l’ordine di sgomberi. La prevenzione e il monitoraggio che avrebbero dovuto evitare quell’incidente sono evidentemente mancati. E ciò che è successo nella periferia di Napoli sarebbe potuto accadere pure a Castelvolturno, nel Parco Saraceno. Case costruite negli anni Settanta e gradualmente abbandonate. Case messe in piedi a pochi passi dal mare (e la distanza dall’acqua si è accorciata gradualmente per l’erosione della costa). Abitazioni prese d’assalto dagli ultimi, dagli abusivi che le vivono in condizioni precarie. Riscontrato per l’ennesima volta che sono pericolose, per evitare l’ennesima tragedia si è proceduto, prima di eventuali crolli, a ordinare gli sgomberi: chi vive nel Parco Saraceno, per la sua sicurezza, deve lasciarlo. Deve andare via per evitare che si ripeta quello che è accaduto alla Vela ‘Celeste’.
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