ROMA (LaPresse) – Luigi Di Maio ha parlato in conferenza stampa del fenomeno del caporalato. “Oggi è stato importante, con vari incontri con la rappresentanza sindacale e con quel sindacato che si è occupato della tragica morte di Soumaila Sacko. Abbiamo concluso che ci sono tante leggi dello Stato in essere che non funzionano. Non si applicano o non si fanno rispettare”. Queste le parole di Di Maio.
Il caporalato non riguarda solo i migranti
“La legge del caporalato non risolve il problema. Servirebbero più controlli di prefetture e enti locali. Il caporalato non è legato solo all’immigrazione, ma anche gli italiani“. Lo ha detto il ministro del Lavoro in conferenza stampa dopo l’incontro con il presidente esecutivo nazionale confederale Usb Aboubakar Soumahoro. Un discorso volto a ricordare l’episodio del bracciante agricolo assassinato il 2 giugno nelle campagne di San Ferdinando, in provincia di Vibo Valentia.
E conclude: “Ci sono 2 tipi di caporalato. Quello totalmente illegale in nero e poi ci sono alcune agenzie interinali che fanno caporalato. E’ un fenomeno complesso che non risolvi solo con una legge ma con la presenza dello Stato. La nostra volontà è monitorare tutte le norme che riguardano la gestione delle persone non solo in agricoltura. Ma anche nella logistica. Ci sono vari ambiti per lo sfruttamento delle persone“.