In Italia più di un terzo della superficie nazionale è ricoperta dai boschi. L’innalzamento delle temperature, le piogge intense, le raffiche di vento, le gelate precoci, ma anche i forti periodi di siccità sono, insieme alla piaga degli incendi e all’arrivo di specie aliene, tra le principali minacce per questi grandi polmoni verdi della terra che contribuiscono a mitigare gli effetti del riscaldamento globale assorbendo carbonio. Per questo oggi più che mai è fondamentale definire una strategia forestale nazionale che metta al centro la definizione di piani di adattamento ai cambiamenti climatici a medio-lungo termine e interventi incisivi di mitigazione, in grado di migliorare la biodiversità e favorire una diversa “struttura” delle foreste per rispondere agli effetti climatici che sollecitano gli habitat forestali. Ma per far ciò è importante anche puntare su una gestione e una pianificazione forestale sempre più sostenibile e responsabile. A un anno dalla tempesta Vaia Legambiente fa il punto sullo stato del patrimonio forestale nazionale. Ecco le proposte per una gestione sostenibile.
Strategie di mitigazione e monitoraggio del patrimonio forestale
Il nostro Paese ha bisogno di rendere credibile il sistema di conteggio e monitoraggio, lavorando in modo trasparente sull’Inventario nazionale delle foreste e dei serbatori forestali di carbonio, si deve rafforzare il ruolo delle foreste nel Piano di mitigazione e adattamento al clima, e attuare una seria azione di prevenzione che migliorano la stabilità dei boschi implementando in particolare la biodiversità.
Incrementare la biodiversità forestale
Sebbene il 27,5% delle foreste sia già tutelato, è necessario continuare a favorire l’evoluzione naturale del bosco e andare oltre questa percentuale. In particolare devono aumentare i boschi vetusti, hot spot di biodiversità forestale, che devono fungere da modelli gestionali per tutte le nostre foreste a partire da quelle presenti nelle aree protette e nei siti Natura 2000.
Creare foreste urbane per rigenerare le città e combattere il cambio climatico
Piantare alberi è una delle strategie più trascurate per migliorare la salute pubblica nelle nostre città, e dovrebbe essere una strategia finanziata non solo per motivazioni ambientali ma anche a beneficio della salute pubblica. Gli studi hanno dimostrato che gli alberi sono una soluzione economica per vincere entrambe queste sfide, anche se mancano politiche pubbliche adeguate ad aumentare l’uso dei benefici che questi “polmoni verdi” ci assicurano.
Ridurre i rischi naturali per le foreste
Occorre maggiore prevenzione attraverso la pianificazione forestale che, a tutti i livelli pianificatori, deve comprendere l’analisi della previsione dei rischi e una valutazione delle azioni da compiere per ridurre la vulnerabilità delle foreste.
Gestione delle risorse forestali
Puntare sulla Gestione forestale sostenibile e responsabile per garantire l’erogazione di tutti i servizi ecosistemici, sapendo distribuire sul territorio le funzioni prioritarie del bosco e i criteri gestionali più adeguati a garantirli, individuando i boschi la cui funzione prioritaria è la conservazione della biodiversità e altri in cui valorizzare la produzione, sempre nel rispetto dei criteri di sostenibilità.
Pianificazione forestale
La pianificazione forestale (ferma al 18% dei boschi italiani) è uno strumento insostituibile per garantire la quantità e la qualità dei servizi ecosistemici forniti dalla foresta, la loro sostenibilità e la loro erogazione continua nel tempo. La pianificazione multilivello è fondamentale per prevedere e orientare lo sviluppo dei popolamenti in relazione ai servizi ecosistemici ritenuti prioritari.
Promuovere la certificazione forestale
E’ importante affrontare il tema della certificazione delle foreste poiché la sua applicazione a larga scala è garanzia della sostenibilità del settore dal punto di vista ecologico, sociale ed economico. La certificazione tiene conto di alcuni fattori: della multifunzionalità delle foreste, della tutela del suolo, delle acque, dell’aria e della molteplicità delle specie e dei paesaggi.
Un cluster del legno made in Italy
L’Italia ha una forte dipendenza dall’importazione di legname e semilavorati dall’estero. L’importazione di legname provoca l’esportazione di impatto ecologico ed emissioni di CO2 in atmosfera in altri Paesi, anche perché il trasporto di grandi quantità di legname su lunghe distanze richiede un significativo consumo di combustibili fossili, oltre a contribuire ad aumentare il grado di illegalità del settore forestale e nelle importazioni di legname extra Ue.
Aumentare l’utilizzo del legno nei processi produttivi
L’utilizzo del legno in sostituzione di altri materiali permette di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 in atmosfera, quando questo viene prelevato utilizzando corretti criteri selvicolturali e impiegato al posto di materiali che, per essere prodotti, generano più emissioni di CO2 a parità di peso e caratteristiche.
Uso a cascata dei prodotti agroforestali ai fini energetici
L’intensificazione sostenibile della gestione forestale può contribuire ad aumentare l’uso di biomasse a uso energetico, a patto di avviare una decisa strategia di ammodernamento degli impianti per evitare conseguenze negative a carico della qualità dell’aria, utilizzare biomassa di origine locale certificata e proveniente dall’utilizzo a cascate delle risorse agroforestali.