ROMA (Clara Mattei) – Mentre il premier Marip Draghi presentava alla Camera dei Deputati il Piano nazionale di ripresa e resilienza la Societa’ della Cura presidiava Montecitorio, insieme a numerose altre realtà impegnate a livello nazionale. Insieme, stanno conducendo un percorso nato nell’ultimo anno che ha coinvolto 1.400 reti sociali, associazioni e gruppi che propongono una società “che abbia cura di sé, degli altri, del pianeta opposta a quella odierna dove perfino un vaccino è sottoposto alla logica del profitto. L’obiettivo è quello di affrontare il collasso ambientale e l’ingiustizia sociale ripudiando la gerarchia di valori e di poteri che governa il mondo”. Tra queste c’è Greepeace Italia, che nei giorni scorsi ha lanciato a maratona social #IlPianetaSiSalvaAdAprile con la quale tanti stanno facendo sentire la propria voce al governo Draghi. Non solo: è possibile anche firmare una petizione per chiedere al governo 10 scelte coraggiose per una vera transizione ecologica.
Ecco quali sono:
Sbloccare con investimenti e procedure semplificate il settore delle rinnovabili.
Bloccare le Trivelle e i nuovi progetti fossili di stoccaggio della CO2.
Potenziare le infrastrutture di rete e investire in sistemi di accumulo dell’energia ed efficienza energetica.
Non finanziare più gli allevamenti intensivi e riconvertirli imponendo la netta riduzione degli animali allevati.
Promuovere un’agricoltura ecologica senza pesticidi, rispettosa di ambiente e biodiversità.
Ridurre i rifiuti prodotti disincentivando il monouso e lo spreco di risorse naturali.
Incentivare filiere del made in Italy orientate al riuso, riciclo, durabilità e riparabilità dei prodotti.
Riconvertire l’industria militare mettendo al centro della sua mission la lotta alle vere minacce a cittadini e ambiente.
Investire per proteggere almeno il 30% del nostro territorio e dei nostri mari entro il 2030 e rafforzare la tutela del patrimonio naturale italiano.
Promuovere la mobilità sostenibile e le aree verdi in città, dal centro alla periferia.
“Un mondo in cui non dovremmo più essere costretti a scegliere tra lavoro e salute, tra crescita economica e tutela dell’ambiente, è ancora possibile, ma dobbiamo costruirlo ora – spiegano gli attivisti – Abbiamo solo poche settimane per farci sentire dal nuovo Governo, non c’è tempo da perdere”.
Ma quali sono i nemici di un pianeta veramente green?
ALLEVAMENTI INTENSIVI
Gli allevamenti intensivi non devono più ricevere fondi pubblici che non siano vincolati a efficaci misure per ridurre il loro impatto ambientale, a partire da una forte riduzione del numero di animali allevati. È urgente indirizzare i finanziamenti alle aziende agricole che producono in modo ecologico: sostenendo le piccole realtà in crisi. Almeno il 40% della superficie agricola deve essere dedicata all’agricoltura biologica entro i prossimi 9 anni.
PETROLIO E GAS
Dobbiamo accelerare, ad un ritmo 6 volte maggiore dell’attuale, lo sviluppo delle rinnovabili con più investimenti e procedure di autorizzazione semplificate. Occorre investire in infrastrutture di rete, comunità energetiche, efficienza e sistemi di accumulo dell’energia, a partire dalle batterie. Stop a trivelle e attività di ricerca di idrocarburi a mare e a terra. No a finanziamenti pubblici per cattura e stoccaggio della CO2.
PLASTICA E ALTRI RIFIUTI
Continuare a produrre beni usa-e-getta, per alimentare impianti che trasformano i rifiuti in energia e carburanti, è una follia. È urgente introdurre piuttosto meccanismi di responsabilità per i produttori (come la Plastic Tax) che coprano i costi degli impatti ambientali. Per una vera economia circolare, occorre incentivare l’ecodesign per prodotti che siano durevoli, riparabili e riutilizzabili, a partire dalle aziende tessili e del Made in Italy.
DISTRUZIONE DELLA BIODIVERSITÀ
Rimboschimenti compensativi, biomasse forestali e piantumazioni, spesso sono false soluzioni: non si azzerano così le emissioni. La pesca eccessiva e l’inquinamento del mare devono essere arginati una volta per tutte.
È urgente rafforzare la rete di aree protette tutelando almeno il 30% del nostro territorio e dei nostri mari, e investire per salvaguardare il patrimonio naturale del nostro Paese.
ARMI
Le spese militari, che portano il nostro Paese ad accrescere inutilmente il proprio arsenale, devono essere tagliate.
È urgente inserire come obiettivo del PNRR la riconversione dell’industria militare, vincolando i fondi alla transizione verso la humane security e lo sviluppo del sistema di welfare e sanitario.
CITTÀ INVIVIBILI
Lo smog e la scarsa presenza di spazi verdi, lasciati troppo spesso al degrado, rendono le nostre città insalubri e devono essere affrontati in modo strutturale e sistemico, in centro come nelle periferie. È urgente investire in mobilità alternativa, elettrificare i trasporti e investire nello sviluppo di reti di trasporto su rotaia, locali e regionali, dal centro alla periferia.