Diede alla Kyenge dell’orango, Calderoli condannato a un anno e mezzo

Nel luglio del 2013 il senatore della Lega espresse tale frase in un comizio

Foto Roberto Monaldo / LaPresse In foto Roberto Calderoli

Milano – Un anno e mezzo di carcere per diffamazione aggravata dall’odio razziale. É questa la condanna inflitta dal Tribuanle di Bergamo al senatore della Lega Roberto Calderoli. In un comizio a Treviglio, nel luglio del 2013, in occasione della festa del Carroccio, Calderoli aveva definito Cecile Kyenge, ex ministro dell’Integrazione del governo Letta, un “orango”. Davanti a un pubblico di 1500 persone, Calderoli aveva detto: “Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto. Ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango”. Pochi giorni dopo il politico del Carroccio era stato indagato dai pm di Bergamo Gianluigi Dettori e Maria Cristina Rota per diffamazione aggravata dall’odio razziale.

Calderoli si era poi scusato con la Kyenge e le aveva fatto recapitare un mazzo di fiori. Troppo poco perchè la vicenda non approdasse in Tribunale. Tutto si era fermato però 16 settembre 2015 quando il Senato aveva votato con 126 voti favorevoli, 116 contrari e 10 astenuti “l’insindacabilità delle dichiarazioni di Calderoli. In quanto opinioni espresse da un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni”. Abbastanza per fermare, almeno temporaneamente, l’iter del processo.

Nel luglio del 2013 il senatore della Lega espresse tale frase in un comizio

Il Tribunale di Bergamo, però, ha sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti del Senato e la Consulta ha accolto il ricorso. Così il processo è ricominciato davanti al collegio presieduto da Antonella Bertoja. Il difensore di Calderoli, l’avvocato Domenico Ajello, al termine di un dibattimento molto combattuto, aveva sollecitato l’assoluzione. Mentre la Procura aveva chiesto una condanna a due anni. Il collegio presieduto da Antonella Bertoja ha deciso per una condanna a un anno e mezzo con la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziario.

Soddisfazione da parte dell’ex ministro Kyenge. “Abbiamo vinto un’altra volta. Evviva evviva evviva. Il razzismo la paga cara. Roberto Calderoli condannato in primo grado ad un anno e sei mesi per avermi rivolto insulti razzisti”, ha scritto sulla sua bacheca Facebook. “Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa – ha aggiunto – è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo. Perciò esprimo la mia soddisfazione per questa vicenda. Non solo per questioni personali, ma anche perché la decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche”.

Sul fronte opposto, l’avvocato Domenico Aiello, difensore di Calderoli, sottolinea come “la pena detentiva per un supposto reato di opinione, per di più avvenuto durante un comizio di partito ha evidenti risvolti di inciviltà giuridica e miopia legislativa”.

(LaPresse)

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