Ruby ter, i giudici escludono le tre testimoni chiave da parti civili

Ancora aperto il processo per il caso legato a Ruby

Berlusconi e il processo Ruby ter
Foto LaPresse/Silvio Berlusconi

Milano – Non saranno parti civili nel processo a carico di Silvio Berlusconi e altre 27 persone, tutte imputate per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza nella vicenda Ruby ter. A decidere di escludere le tre testimoni chiave delle ‘cene eleganti ‘ a Arcore, Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, dall’ultimo filone milanese delle vicende giudiziarie che riguardano il Cavaliere sono stati i giudici della settima sezione penale. Il collegio presieduto da Marco Tremolada, infatti, ha ritenuto che i reati contestati al fondatore di Forza Italia e agli altri imputati siano “offensivi” solamente nei confronti dello Stato e non delle ragazze.

Esclusa dunque per le tre super testimoni dell’accusa la possibilità di partecipare al processo e di chiedere il risarcimento dei danni subiti. Ammessa invece come parte civile la presidenza del Consiglio dei ministri con l’Avvocatura dello Stato.

Le tre super testimoni non potranno partecipare al processo

Diversa la posizione del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, che nel corso dell’ultima udienza a dicembre la procura aveva parlato di un “danno da stress di fronte a un esercito di altre ragazze eterodiretto da Silvio Berlusconi”. L’avvocato Federico Cecconi, difensore di Berlusconi, aveva chiesto invece di estrometterle. In quanto “non danneggiate” dal reato di corruzione in atti giudiziari e già risarcite nel processo ‘Ruby bis’. Posizioni che, in sostanza, sono state accolte dalla corte. Immediate le conseguenze. Il presidente Tremolada, sollecitato dall’avvocato Nadia Alecci che difende la senatrice di FI Mariarosaria Rossi, ha chiesto a Imane Fadil, sempre presente in Tribunale, di lasciare l’aula. Proprio perchè, in quanto testimone, non poteva presenziare alle udienze prima della sua deposizione.

Lei ha ubbidito, ma non si è rassegnata. “Ho iniziato questa battaglia quando avevo 25 anni e adesso ne ho 34 – si è sfogata. E per 9 anni sono stata lineare e ho sempre detto la verità a differenza di altri. E adesso sono l’unica che continua a pagare” per essersi opposta a Berlusconi. In aula c’era anche l’olgettina Marystelle Polanco. Famosa per aver impersonato Ilda Boccassini , con tanto di toga e parrucca rossa, durante una delle serate del bunga bunga. “Lei ha fatto alcune scelte e io ne ho fatte altre. Io – ha aggiunto Imane Fadil. Continuo ad avere fiducia nella giustizia e sono certa che in Italia le cose stiano cambiando”.

Ancora aperto il processo per il caso legato a Ruby

Imane Chiara e Ambra non hanno nemmeno raggiunto un accordo con la senatrice azzurra Mariarosaria Rossi, imputata per falsa testimonianza. Che stava trattando per offrire risarcimenti extragiudiziali. Da quanto si è saputo, però, le ragazze avrebbero chiesto somme fino ai 3 milioni di euro di danni. Troppo per la stretta collaboratrice di Berlusconi, che ha interrotto le trattative.

L’avvocato Cecconi ha anche chiesto il trasferimento del processo a Siena, oppure, in subordine, a Roma. La difesa del leader di FI, infatti, ha spiegato che, stando a recenti orientamenti giurisprudenziali della Cassazione, il processo deve essere trasferito per competenza territoriale nella città toscana dove sarebbe avvenuto, secondo l’accusa, l’ultimo pagamento corruttivo da Berlusconi a Danilo Mariani, il pianista delle serate ad Arcore. E la presunta corruzione di Mariani, secondo la difesa, ‘attrae’ anche tutte le altre posizioni a processo. Comprese quelle relative a pagamenti anche successivi ma contestati con indagini portate avanti dopo la richiesta di rinvio a giudizio. Sull’istanza delle difesa dovranno decidere i giudici nella prossima udienza del 4 febbraio.

Nel frattempo, è stata fissata per il 25 gennaio l’udienza preliminare sul filone che vede imputati l’ex premier e Roberta Bonasia sempre per corruzione in atti giudiziari e la giovane anche per falsa testimonianza. In caso di rinvio a giudizio, anche questo filone, trasmesso da Milano a Torino e poi rientrato nel capoluogo lombardo, dovrà essere riunito al processo principale.

(LaPresse)

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