Dietro la nuova faida a Soccavo il ritorno di un boss fantasma

Dietro la nuova faida a Soccavo il ritorno di un boss fantasma
Dietro la nuova faida a Soccavo il ritorno di un boss fantasma

NAPOLI – E’ tornato in libertà da qualche tempo ed era stato notato già in primavera, a maggio, dopo quella 24 ore di piombo e sangue segnata dall’agguato mortale ai danni di Emmanuele De Angelis e da quello fallito nei confronti di Antonio Ernano, cognato del boss Alfredo Vigilia ed elemento apicale del clan che porta il cognome di ’o niro, riuscito a scampare a una morte certa quando, sotto una mole di fuoco impressionante, si riparò abilmente tra le vetture in sosta sotto gli occhi della compagna, anche lei nell’auto quando i killer entrarono in azione in via Vicinale Palazziello. 

Negli ambienti investigativi il suo profilo è tra quelli maggiormente monitorati. Insieme a lui c’è un manipolo di soggetti che, come lui, sono rientrati nel quartiere: chi proveniente dalle sbarre di un penitenziario, dopo una lunga condanna, chi da località estere, al termine di un lungo periodo di esilio. Ma il personaggio di cui parliamo, il boss ‘fantasma’, sarebbe quello che, di fatto, avrebbe propiziato la ripresa delle tensioni criminali a Soccavo. Dall’identikit tracciato dagli investigatori e dal pool anticamorra napoletano si staglia la figura di un ex fedelissimo del boss Ciro Grimaldi, alias Settirò, un uomo che negli ambienti malavitosi di Napoli ovest viene indicato semplicemente con un soprannome. Guai a fare il suo nome e il suo cognome anche a Fuorigrotta, dove grazie a sponde importanti con i clan flegrei avrebbe messo la sua firma su alcuni delitti.

Di certo c’è che il suo ritorno nel quartiere ha coinciso con l’esplosione di una nuova guerra di camorra. Da una parte i Grimaldi-Scognamillo, dall’altra i Vigilia. Entrambe le fazioni criminali possono contare, oggi, su nuovi innesti. Oltre alle scarcerazioni, a riempire le fila delle cosche sono gruppi di giovanissimi. Molti di loro sono stati già intercettati in giro in compagnia di soggetti noti e appartenenti ad altre organizzazioni criminali. Su tutte, quelle di Pianura, altro quartiere dove si respira un clima di guerra, dove i CarilloPerfetto avrebbero stretto un’alleanza solida con i Vigilia, mentre i CaloneMarsicanoEsposito avrebbero scelto i Grimaldi.

Questione di obiettivi comuni. Al giorno d’oggi i clan di camorra non hanno lo stesso potere del passato. Per piantare la propria bandiera al centro di un quartiere bisogna armarsi. E farlo non è più semplice come un tempo. Servono i canali giusti. Lo stesso vale per i rifornimenti di sostanze stupefacenti. Ecco perché i clan di Pianura hanno cercato intese a Soccavo. I due quartieri confinano. Le scorribande nel cuore di un rione partono spesso da avamposti che vengono spostati di volta in volta per sfuggire alle forze dell’ordine e agli attacchi dei nemici. Gli interessi in comune dettano i tempi degli scontri tra clan. A Pianura si combatte in sostanza per la gestione delle piazze di spaccio, vero e proprio core business della mala erede dei PesceMarfella e dei Mele.

A Soccavo la posta in gioco è più altra: oltre allo smercio di sostanze stupefacenti, e quindi agli introiti delle basi di spaccio, la folta presenza di attività commerciali ingolosisce i clan e alimenta la guerra per il pizzo. Natale è alle porte e dalle parti di via Epomeo è già scoppiato l’ennesimo allarme racket degli ultimi anni. Non possono essere coincidenze i tre principi d’incendio delle scorse settimane contro altrettanti negozi. 

Cavalleggeri a rischio escalation

La tensione si taglia a fette tra Cavalleggeri d’Aosta e Bagnoli. In via Diocleziano, la lunga arteria che collega Fuorigrotta al quartiere operaio, è allestito un altro fronte caldo della guerra che travolge le periferie occidentali e investe i cittadini per bene. Lo scontro in atto vede protagonisti i clan Esposito di Bagnoli e la cosca dei Giannelli, secondo quanto sospettano investigatori e abitanti.

Dopo una lunga lista di attacchi subiti per mano degli Esposito, i Giannelli si sarebbero riorganizzati. Sarebbe questo lo scenario in cui è maturato il raid di piombo contro l’abitazione di un 23enne ritenuto vicino agli Esposito. Domenica notte un commando ha aperto il fuoco in via Marco Polo, riuscendo persino a penetrare nell’edificio in cui vive il bersaglio, il giovane che – secondo gli investigatori – frequenta gli ambienti del clan di via di Niso. Potrebbe essere la risposta dei Giannelli ai tanti attacchi subiti. Vere e proprie provocazioni al boss (detenuto) Alessandro Giannelli: l’incendio e la bomba contro il bar del figlio e l’ordigno contro il negozio del fratello.

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