Caos diplomatico con la Tunisia, Salvini fermo: “Tra i loro immigrati anche galeotti”

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

ROMA (Francesco De Sio) – Nemmeno il tempo di cominciare e già le parole di Matteo Salvini sulla Tunisia scatenano un caso diplomatico. “È un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri galeotti”. Tunisi ha convocato l’ambasciatore italiano, Lorenzo Fanara, per un chiarimento al ministero degli Esteri. Il leader leghista ha poi controbattuto dichiarandosi fermo sulle sue posizioni.

La polemica e il caso diplomatico

Le parole del ministro dell’Interno sui casi di intemperanza nei centri di accoglienza avevano tra i protagonisti migranti tunisini. “Non mi sembra che in Tunisia ci siano guerre, pestilenze o carestie”. Così Salvini aveva fatto capire che per loro non ci saranno chance di ottenere asilo politico. Quindi un rapido ritorno in patria. Un modo di esprimersi sopra le righe che ha scatenato la reazione stizzita del ministro degli Esteri maghrebino.

Il comunicato di Tunisi

Al diplomatico italiano convocato è stato espresso “profondo stupore” per le parole di Salvini. Le frasi del titolare del Viminale “indicano una conoscenza incompleta dei vari meccanismi di coordinamento esistenti”. Il comunicato emesso da Tunisi sottolinea inoltre la preoccupazione di dialogare con il nuovo governo italiano. Il ministro Salvini ha incaricato l’ambasciatore italiano di informare le autorità tunisine del fatto che le sue “dichiarazioni sono state riportate fuori contesto”. Nonché di essere “pronto a sostenere la cooperazione” tra Tunisia e Italia nel suo settore di competenza.

La replica di Salvini

In mattinata è poi arrivata la replica del vice Premier. Pur chiarendo alcuni concetti, Salvini si è mantenuto fermo sulle proprie posizioni. “Qualcuno in Tunisia si è offeso, sbagliando. Io, guardando ai numeri, ho detto che arrivano persone per bene e persone meno per bene”, ha affermato. Il ministro dell’Interno ha poi detto di essere pronto a un incontro con il suo omologo tunisino per discutere di immigrazione. “Non ho detto che chiunque venga dalla Tunisia sia un galeotto, ma che esporta anche galeotti”, ha sostenuto. “Purtroppo quest’anno e l’anno scorso sono uscite di galera alcune migliaia di persone che hanno poi preso il barcone e sono state fermate 22 volte nei centri di accoglienza. Detto questo, il mio obiettivo è di lavorare ancora di più e meglio col governo tunisino”.

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