Redipuglia (Gorizia), 11 giu. (LaPresse) – “Ho completato il mio percorso di commissario della Lega di A in tempo record. Il mio mandato era di occuparmi dello statuto e della governance. Possono sembrare due paroloni poco interessanti per chi vuole sapere dove si vedranno le partite e cosa che cosa bisogna fare per vederle, però la governance è esattamente questo. Per la prima volta il calcio italiano, con riferimento alla serie A, ha un organo di rappresentanza, un presidente, un consiglio di amministrazione che dovranno decidere e porre tutti gli elementi sul tavolo per fare le migliori valutazioni”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò a margine della cerimonia presso il Sacrario di Redipuglia, riferendosi alla questione dei diritti televisivi del calcio.
le spiegazioni
“La gente che ci ascolta deve sapere, però – he spiegato – che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena, cioè non si può pensare di massimizzare i ricavi e al tempo stesso, cosa che può essere il desiderio dell’opinione pubblica, avere il calcio free. Questo discorso comunque incide sulle tasche dei proprietari privati che se guadagnano si possono mettere i profitti in tasca ma se perdono ce li devono rimettere”. “Spesso – ha proseguito Malagò -guardiamo a dei modelli stranieri dove questo tipo di ‘spezzatino’ delle partire, con tutte le dinamiche che ne conseguono sotto il profilo della visibilità, sono anni che la fanno da padrone. È proprio quello che chiedono i soggetti, in questo caso i network televisivi, al di là della piattaforma che viene utilizzata, per rispondere alla richiesta delle leghe e delle società per massimizzare i ricavi da una parte o dall’altra a qualcosa si deve rinunciare”.