Il governo pone la fiducia sul Dl Semplificazioni e scoppia la bagarre in Parlamento

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Il governo ricorre ancora alla questione di fiducia sul decreto Semplificazioni e fa esplodere la rabbia delle opposizioni. “Ormai è diventata una consuetudine, il Parlamento è stato espropriato della possibilità di intervenire nella discussione costituzionale“, sbotta il deputato del Pd, Enrico Borghi, che accusa Lega e Movimento 5 Stelle di non voler far esprimere il Parlamento.

“Questo decreto non è un provvedimento ordinario”, perché “è arrivato alla Camera dopo un intervento straordinario del presidente della Repubblica”, lamenta con forza l’esponente dei democratici.


La protesta coinvolge anche Forza Italia

Non è bastato il monito della Corte costituzionale“, alza la voce Annaelsa Tartaglione, spiegando che questa fiducia è “l’esempio di come il governo del cambiamento utilizzi l’attrezzo della decretazione d’urgenza in maniera assolutamente arbitraria e intollerabile”.

Il tono si alza ulteriormente quando il forzista Simone Baldelli, rivolgendosi al ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta Riccardo Fraccaro, tuona: “Ancora una volta, finalmente, cade il velo di bugia e di ipocrisia del M5S su quanto ha detto, negli ultimi cinque anni, sul ricorso al voto di fiducia“.


L’esponente del partito di Silvio Berlusconi usa l’ironia per esprimere il suo dissenso

Siamo in tempo di saldi e il ministro, sia al Senato che alla Camera, applica il tre per uno: mette una fiducia su tre decreti“. Critica anche Fratelli d’Italia, che aveva chiesto a gran voce di rivedere le norme sugli idonei al concorso 2017 per allievi agenti di polizia.


Giorgia Meloni aveva garantito battaglia

“Contro questo insensato colpo di mano della maggioranza”, chiedendo “lo scorrimento dell’intera graduatoria”. Ma le scelte dell’esecutivo chiudono le porte alle modifiche.

L’iter stabilito dalla Conferenza dei capigruppo della Camera prevede che il voto di fiducia si tenga a partire dalle 16.25 di mercoledì 6 febbraio.

Sarà di sicuro una nuova occasione, per i partiti dell’opposizione, di gridare la rabbia contro la maggioranza e il governo intero.
(LaPresse)

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