LONDRA – Ci sono voluti otto mesi per arrivare alla verità. La cantante irlandese Dolores O’ Riordad, ritrovata morta il 15 gennaio nella vasca da bagno di un hotel di Londra, non si è suicidata: la sua vita è stata stroncata dall’alcol. La storica cantante dei Cranberries, che proprio oggi avrebbe compiuto 47 anni, è stata trovata esanime da una cameriera nella stanza 2005 dell’hotel Hilton a Park Lane, nella capitale inglese, la mattina del 18 gennaio scorso. Secondo il medico legale, che ha confermato l’assenza sul corpo di ferite, la morte fu dunque del tutto accidentale: “Non c’è stata intenzionalità: è stato solo un tragico incidente”.
Una coperta di bottiglie vuote a pochi metri dal suo corpo
Inizialmente l’ipotesi più caldeggiata fu quella del suicidio. Forse una suggestione scaturita dal fatto che si trattasse di un’artista, unita alla lettera d’addio scritta qualche mese prima, a settembre. Ad ogni modo i più gridarono al gesto volontario. Ma gli oggetti presenti nella stanza dell’Hilton descrivevano un’altra realtà. Nella camera dell’hotel furono rinvenute bottiglie vuote (cinque di liquore, una di champagne) e alcuni contenitori di farmaci da prescrizione contenenti diverse compresse. I test tossicologici hanno però rilevato nel sangue della cantante solo quantità terapeutiche di farmaci, mentre la quantità di alcol era quattro volte oltre il limite consentito per la guida.
Lo spettro dell’alcol che la inseguiva da tempo
Già in passato la cantante di ‘Zombie‘ ebbe problemi con l’alcol, e nel 2014 le fu diagnosticato un disturbo bipolare. Gli psichiatri che seguivano il suo caso da quasi quattro anni hanno detto che nei giorni precedenti alla sua morte O’ Riordan era “di buon umore”, e non aveva più pensieri suicidi.