Donna trovata morta in casa, l’autopsia conferma le violenze: indagato il figlio

Dramma nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli. Il figlio indagato per omicidio volontario

NAPOLI– Svolta nelle indagini sulla morte di Anna Francesconi nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. La verità è nell’autopsia. Almeno così sperano i magistrati. Sarà depositata tra oggi e domani (bisognava farlo entro il due marzo, ma c’è stato un leggero ritardo). Trovati diversi ematomi sulla schiena della 86enne (compatibili con un oggetto tipo ‘cucchiarella’ da cucina). Anche sulle gambe c’erano dei lividi, segni che potrebbero essere stati provocati da calci sferrati con la punta dei piedi.

Sono tutte ipotesi sulle quali lavorano gli investigatori, dopo l’esame del medico legale. Conferma le violenze, gli ematomi sono evidenti, ma si tratterebbe di maltrattamenti di lungo corso. Il figlio è indagato per omicidio volontario e maltrattamenti. Ma gli avvocati sono pronti a dimostrare che quei lividi non sono la causa diretta della morte e proveranno a demolire così l’accusa di omicidio volontario. Di più. L’anziana prendeva anche anticoagulanti, per il rischio infarto, che facilitano la formazione di ematomi. I legali hanno ammesso che con tutta probabilità fosse vittima di maltrattamenti di lungo periodo. Si evince proprio dall’autopsia. Ma non sarebbero la causa diretta del decesso.

Due mesi prima era stata anche ricoverata in una clinica nel Vesuviano per problemi di salute. Intanto la Procura ha sentito alcuni vicini di casa. La mattina nella quale fu trovata morta nel letto, ci fu bagarre sotto al palazzo. Giovanni De Vita fu ascoltato poco più tardi dagli agenti del commissariato. Il 44enne ora è indagato a piede libero. Difeso dagli avvocati Giuseppe Milazzo e Immacolata Romano.

Durante le ultime settimane sono stati raccolti ulteriori elementi per le indagini. La vittima aveva un atteggiamento iper protettivo nei confronti del figlio e avevano un rapporto molto stretto. Lui si lamentava che a 44 anni non si fosse ancora affermato nella società e non lavorasse, anche per questo istinto super protettivo della madre. I lividi sul corpo ci sono, ma non avrebbero provocato la morte della donna il 29 dicembre. C’è un primo punto fermo nell’inchiesta.

All’autopsia hanno partecipato il consulente di parte Antonio Lombardi e il perito nominato dalla Procura Antonio Cavezza. E’ emerso che si può escludere in maniera abbastanza certa che esista un nesso causale tra gli ematomi e il decesso. Resta comunque delicata la posizione del figlio dell’anziana. Almeno per il momento. Anche se il quadro ora sembra più chiaro, dopo gli accertamenti medici con l’atto irripetibile. Ha spiegato che quel martedì mattina era uscito da casa per andare al tabaccaio per pagare una bolletta. Rientrato, la aveva trovata riversa a letto con le labbra viola. Non dava segni di vita. Quella notte la madre si era svegliata due volte e l’aveva vista per l’ultima alle tre.

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