ROMA – Non bastano quattro ore di incontro, a Pd e M5S, per trovare un accordo e per dare via libera al governo giallorosso. Il veto dei Dem sul Conte bis sembra ormai essere caduto, ma viene ancora definita “in salita” la strada che porta a un’intesa. Nodi restano la squadra e i contenuti programmatici. Dopo un primo faccia a faccia nel pomeriggio di lunedì, durato poco più di venti minuti, tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, al tavolo notturno, a palazzo Chigi, oltre ai due capi politici siedono anche Giuseppe Conte e il vicesegretario Dem, Andrea Orlando.
L’incontro inizia alle 21 e le luci nella residenza del premier dimissionario restano accese quasi fino all’una di notte. “Siamo al lavoro ma c’è ancora molto da fare su contenuti e programma”, fanno filtrare fonti Dem quando le macchine lasciano il palazzo.
Di più. “Strada in salita” su programma e contenuti, “sulla manovra finanziaria emergono differenze”.
Anche dai pentastellati arrivano i distinguo. E i toni sono tutt’altro che quelli che ci si aspetta tra possibili futuri alleati. “Dopo 4 ore di incontro il Pd non ha ancora chiarito la sua posizione su Conte. È un momento delicato e chiediamo responsabilità, ma la pazienza ha un limite – avvertono dal M5S – L’Italia non può aspettare. Servono certezze”. Quanto alle divergenze sui contenuti, la versione dei Cinque stelle è differente: “Il Pd non ci ha mai parlato di programmi o di manovra, bensì solo di ministeri”.
Oggi il confronto continua. Domani Pd e M5S sono attesi al Quirinale da Sergio Mattarella, mentre stasera riuniranno rispettivamente la direzione nazionale e i gruppi parlamentari. Il Capo dello Stato oggi inizierà il suo secondo giro di consultazioni. Attesi alla Loggia alla Vetrata i presidenti di Camera e Senato e le delegazioni dei gruppi Misti.
(LaPresse)