C’era una volta il governo del cambiamento ed un armamentario ideologico fatto di retorica, propaganda e decrescita felice. Una storia nata dal malcontento, che oggi si avvia rapidamente a conclusione per effetto dell’emorragia di voti e credibilità dei Cinque Stelle, bocciati alle ultime Regionali e divisi al loro interno. Le prossime consultazioni elettorali, tra cui spicca quella in Campania per il rinnovo del Consiglio regionale, sanciranno la condanna all’irrilevanza del movimento di Grillo e l’abbandono sempre più massiccio di elettori e dirigenti, attratti da nuovi soggetti politici e da posizioni decisamente più ragionevoli.
Il modello dello Stato etico è fallito. Il modello del welfare riparativo e residuale, basato sul sussidio incondizionato, è fallito. Il modello costruito sul superamento dello stato di diritto, attraverso la contrazione di garanzie come quella della prescrizione, è fallito o, comunque, a breve fallirà. Non resta che aspettare la caduta definitiva del M5S, che ora diventerà terra di conquista per Pd e centrosinistra. Ma non solo. In un marasma di questo tipo un’alternativa c’è ed è rappresenta da Forza Italia, che – sopratutto al Sud, specie con la vittoria alle Regionali in Calabria – ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per rappresentare, nello schema consolidato del centrodestra unito, un punto di riferimento solido per chi è legato alla tradizione liberale, democratica, cristiana, garantista, europeista, atlantista.
Che il centrodestra infatti sia maggioranza in questo Paese è una certezza. Gli elettori hanno già dato fiducia a 13 governatori di centrodestra e non intendono fermarsi qui. Il governo nazionale è frutto di un accordo di palazzo, fatto sulla testa degli italiani, e presto cadrà perché privo della necessaria legittimazione popolare. Ma il dato è anche un altro, il Sud ha già scelto il buon governo di Forza Italia: Vito Bardi in Basilicata, Donato Toma in Molise e ora Jole Santelli in Calabria. Non resta che chiudere il cerchio e voltare pagina anche in Campania. Con i Cinque Stelle fuori gioco, Silvio Berlusconi e Fi sono un approdo naturale per quell’area moderata che vuole un cambiamento consapevole, un governo del fare. Un accordo infatti tra Pd e M5S, con o senza De Luca, legittimerebbe la tesi che vuole il partito di Zingaretti oramai interessato soltanto alle poltrone, capace di vendere l’anima al diavolo pur di restare al potere. Da quest’altro lato, invece, nel campo del centrodestra, c’è una coalizione storicamente strutturata con un polo di destra, cui fa da contraltare uno moderato e riformista; una vera alleanza, insomma, politica e programmatica, che il presidente Berlusconi per la prima volta mise in campo nel 1994 per evitare che il Paese finisse nell’orbita comunista e che ora torna a raccogliere il gradimento degli italiani per coerenza e concretezza. Quel patrimonio di storie e di ricette economiche e sociali oggi convince circa la metà degli italiani. A noi classe politica di Forza Italia del Sud tocca però una responsabilità piuttosto delicata: porre fine ai proclami di chi ha utilizzato a fini propagandistici il vento dell’antipolitica ed incanalare la protesta, il malcontento, la voglia di protagonismo del Mezzogiorno in un modello di governance consapevole e ragionato, in grado di dare risposte complesse ai bisogni complessi dei cittadini campani e meridionali.
Fi è pronta dunque ad essere garante di questo cambio di passo e di mentalità, è pronta a tornare al governo di Palazzo Santa Lucia facendo squadra con tutti gli altri attori del centrodestra. Senza papocchi, senza l’assillo delle poltrone. Con coerenza. Per il bene dei campani.
Ermanno Russo, consigliere regionale di Forza Italia