Il virus colpisce due volte il Belpaese: la prima sul piano sanitario, la seconda su quello politico ed informativo. Sul piano sanitario, l’Italia preferisce proseguire la strategia delle chiusure per impedire ai ceppi mutanti del Covid 19 di colpire tutti, vaccinati e non vaccinati, rendendo così vani gli sforzi finora profusi, fino a sopire gli entusiasmi dei “vaccinisti ad oltranza”. Ebbene, anche innanzi all’evidenza che la strategia, finora adottata per arginare il morbo, sia fallita non si cambia una virgola. I decreti che il governo sforna ogni mese, recanti il titolo di provvedimenti per contrastare il dilagare dei contagi, sono elenchi di divieti, blocchi e limitazioni socio-economici. Null’altro che restrizioni ad attività e libertà personali. Vale ancora la pena ribadire, dalle colonne di questo giornale – al quale va il merito di garantire libertà d’informazione – che la vaccinazione non può e non potrà mai arginare il morbo chiudendo la stagione dell’epidemia? Vale la pena ribadire che andare a traino degli altri paesi europei è solo un comodo paravento per non correre i rischi di una contestazione popolare e dell’impopolarità innanzi a possibili errori di prospettiva? Una sorta di livellamento delle politiche sanitarie ha stabilizzato i rimedi adottati, ma allo stesso tempo, conclamato la generale sconfitta dei rimedi medesimi. A nulla valgono i bollettini dei decessi e degli infetti che attestano la dèbacle, ma che, di converso, vengono utilizzati per tenere a freno l’insoddisfazione della gente con la dose di terrore quotidiano. Che fine avranno fatto i famosi anticorpi monoclonali e perché non un soldo bucato sia stato investito per quelle ricerche, non è dato sapere. Perché non si adotta la zonizzazione del lockdown laddove la recrudescenza del morbo si manifesta? Perché non si identificano, attraverso i medici di famiglia, e si isolano i soggetti fragili e più esposti, portando a casa dei medesimi i controlli e le cure.? E veniamo adesso alla panacea dei vaccini: è ormai chiaro che un virus ad Rna che in poco più di un anno vira circa quarantamila volte, può certamente cambiare i parametri di velocità di diffusione e di letalità, intesa come numero di morti rispetto alle persone infettate. Non scopriamo certo adesso questi elementi scientifici ed allora la domanda sorge spontanea: come può essere possibile avere un vaccino che sia l’antidoto per proteggerci da tutte le mutazioni significative? Non sarebbe più opportuno fare una scorta di dosi di anticorpi monoclonali, come già fatto dai tedeschi, e metterli in rapida e gratuita disponibilità di quei soggetti più fragili identificati ed isolati? E cosa dire degli eventi avversi che si stanno manifestando in ragione delle evenienze contrarie prevedibili e poco documentate da una ricerca sperimentale in tempi irrisori e priva di letteratura scientifica? Perché affidarsi ad aziende e non ad altre sulla base della maggiore garanzia di innocuità dei vaccini, laddove sembra essere lo Sputnik russo quello più sicuro? Ci siamo legati mani e piedi all’Europa pur potendo anticipare l’attuale ipotesi di produrre Sputnik in Italia nelle dosi necessarie a coprire la popolazione. Il vaccino russo ha due adenovirus, virus innocui, che trasportano materiale genetico modificato, per poter produrre proteine virali e relativi anticorpi. Due virus al posto di uno per acquisire la sicurezza che la seconda dose di vaccino non provochi anticorpi auto immuni, ovvero contro gli stessi anticorpi e particelle cellulari prodotti in seguito alla prima vaccinazione. Alla gente occorre parlar chiaro! Il rapporto che si teme poter esistere tra trombosi ed infarti post vaccinazioni per taluni soggetti, deriva appunto da questo meccanismo auto immune che innesca lesioni e coaguli, complicanze che porterebbero all’insorgere di taluni eventi mortali. Quanta gente è stata informata di questo aspetto e quanti dei nostri scienziati (presenti nelle nostre istituzioni) sono addentro a queste problematiche, ed hanno autonomia e libertà di giudizio? E veniamo alla stampa: quali giornali hanno indagato e denunciato errori e scarse risultanze positive dei vaccini? E quanti tra i politici di governo hanno osato esercitare il dubbio sulla reale efficacia risolutiva della politica vaccinale? Quanti sono quelli che ci hanno messo la faccia per essere solidali con il Ministro della Salute che, con pacatezza ed equilibrio, si è dovuto accollare ogni responsabilità? Insomma a che serve un Draghi a Palazzo Chigi ed i Miliardi di euro del Recovery Fund se non se ne esce da questa crisi? Il mito greco narra che agli albori del mondo le fiere mangiavano gli uomini. Prometeo, colui che vede prima, rubò il fuoco agli Dei per proteggerli. Ma non bastò. Occorse la tecnica politica, ovvero la capacità di organizzare e proteggere gli uomini in civile consesso. Dov’è oggi Prometeo?