Draghi lascia, elezioni il 25 settembre. Governo operativo su emergenze e dl aiuti bis

Il premier italiano Mario Draghi saluta i legislatori al termine del suo discorso al Parlamento a Roma, giovedì 21 luglio 2022. Il governo di unità nazionale del premier Mario Draghi è andato al collasso giovedì dopo che i principali alleati della coalizione hanno boicottato un voto di fiducia, segnalando il probabilità di elezioni anticipate e un nuovo periodo di incertezza per l'Italia e l'Europa in un momento critico. (Foto AP/Andrew Medichini)

ROMA – Quando l’aula della Camera lo applaude (a eccezione dei deputati M5S e Lega) e i ministri si alzano in piedi, Mario Draghi tradisce un po’ di emozione e quasi si commuove: “Qualche volta anche i banchieri usano il cuore”, scherza richiamando una barzelletta raccontata di fronte alla stampa estera. La decisione è presa da ieri, il premier è “tranquillo”, raccontano i suoi collaboratori, che però non nascondono la “sorpresa” per come la convulsa giornata di palazzo Madama abbia avuto epilogo.

Dopo le dimissioni formalizzate nelle mani di Sergio Mattarella, per l’inquilino di palazzo Chigi inizia una giornata fatta di passaggi istituzionali: il Consiglio dei ministri che approva la direttiva per gli affari correnti, l’andirivieni verso il Quirinale per la controfirma del decreto di scioglimento delle Camere prima e di quello che indica nel 25 settembre la data del voto poi. In Cdm Draghi prova a coinvolgere i partiti in una gestione ‘ordinata’ dei prossimi mesi (confermate anche le missioni a Bruxelles per il Consiglio euuropeo e a settembre a New York per l’assemblea Onu), in grado di mettere il più possibile il Paese in sicurezza.

“Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro”, dice ai ministri, nello stupore di alcuni. Il premier ringrazia il presidente della Repubblica e i colleghi di Governo “per la dedizione, la generosità, il pragmatismo” dimostrati. “Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto – ribadisce – L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo”.

Nei mesi che separano il Paese dal voto, Draghi intende andare avanti su questa strada. Il perimetro di piena agibilità politica consentito dagli affari correnti riguarda principalmente l’emergenza Covid, il Pnrr e la crisi in Ucraina. L’ex numero uno Bce chiede ai suoi “determinazione” soprattutto per “far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia”.

Il Governo, che predisporrà la Nadef e lascerà invece al nuovo esecutivo la scrittura della legge di bilancio, mantiene in agenda il decreto da circa 10 miliardi per sostenere famiglie e imprese nell’affrontare i costi dell’energia e il caro prezzi, anche se dovrebbe essere depurato delle norme più divisive. L’ok dovrebbe arrivare tra fine luglio e inizio agosto e anche i partiti che non hanno votato la fiducia al Governo assicurano il loro sostegno.

“Il presidente Draghi è uno straordinario conduttore, ha saputo chiedere e ottenere piena collaborazione e responsabilità da parte di tutti, poi il tema non è dentro il Cdm ma in Parlamento”, sintetizza lasciando palazzo Chigi Elena Bonetti. I ministri lo ringraziano. Sorrisi arrivano dalla delegazione del Carroccio e anche Stefano Patuanelli e Federico D’Incà in quota M5S intervengono (non lo fa invece Fabiana Dadone). “Porterò con me un ricordo molto bello di queste riunioni”, confida Draghi.(LaPresse)

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