COSENZA – Dramma disoccupazione: giovane si suicida dopo essere stato truffato. Credeva, dopo aver speso 2mila euro per un corso ‘facile’ di operatore socio-sanitario risultato poi essere fasullo, di aver trovato finalmente la strada del lavoro. Non ha retto alla realtà dei fatti e si è tolto la vita.
L’inchiesta
Sono state le denuncia alla autorità giudiziarie da parte di alcuni giovani che avevano preso parte a uno dei 30 falsi corsi tra il 2015 e il 2017, a far aprire le indagini. Così questa mattina sono stati arrestati due dipendenti dell’Asp di Cosenza e quattro imprenditori, legali rappresentanti delle scuole di formazione Sud Europa, con sede in Calabria, SA.DRA. e Check Up Formazione, con sede in Campania. Avevano truffato decine di studenti della Sud Europa che venivano reclutati in Calabria dai due dipendenti dell’Asp di Cosenza.
La truffa
Avevano messo su une vera e propria associazione per delinquere operando tra la Campania e la Calabria; spacciavano per veri attestati di operatore socio-sanitario dal costo cadauno di 2mila euro. Un modo semplice e truffaldino per far credere a giovani disoccupati e speranzosi che sarebbe stato tutto facile. I corsi, o pseudo tali, si limitavano a un paio di incontri nella sede dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce, alla compilazione di quiz e a qualche banale simulazione prima dell’esame finale.
Avevano smerciato così più di trecento titoli fasulli, per un guadagno che si aggirava sui 570mila euro. Lo hanno scoperto i Nas di Napoli su richiesta della procura di Castrovillari. Ora i responsabili sono finiti dietro le sbarre con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. I magistrati stanno vagliando anche la possibilità di contestare loro l’accusa di istigazione al suicidio.
I corsi fantasma
I corsisti calabresi avevano frequentato le lezioni teoriche presso le scuole Sa.DRA. e Check Up, entrambe accreditate presso la Regione Campania. Inoltre avevano anche svolto le 450 ore di tirocinio obbligatorio presso le Case di Cura Villa Angela di Napoli e Ios Meluccio di Pomigliano D’Arco, estranee però alla truffa. E’ così che alla fine sono stati distribuiti almeno 291 titoli, oggi tutti sequestrati dai carabinieri dei Nas, che hanno fruttato la somma di 570mila euro intascata nel corso degli anni.
La vittima
Voleva semplicemente lavorare il giovane che si è poi suicidato. E, allettato da un facile titolo da acquisire dietro l’esborso di 2mila euro aveva creduto che finalmente la strada del lavoro si sarebbe aperta anche per lui. Ma quel diploma era solo ‘carta straccia’, inidoneo per qualsiasi posto lavorativo. E ha deciso di farla finita.
“Il giovane era disoccupato da anni – ha spiegato il colonnello Vincenzo Maresca, comandante dei Nas di Napoli – ed è stato sopraffatto dalla disperazione. La sua morte – aggiunge il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla – è antecedente l’avvio delle indagini. Ma stiamo comunque approfondendo e verificando tutto”. E ha aggiunto: “L’utilizzo delle sale degli ospedali era utile solo per dare parvenza di ufficialità alla truffa che di fatto si stava mettendo in atto. E i due dipendenti dell’Asp di Cosenza in questo contesto hanno un ruolo fondamentale anche perché oltre al reclutamento si occupavano anche del trasporto dei corsisti in Campania dove sostenevano l’esame di abilitazione”.