Droga e Casalesi, spunta il nome del figlio del boss

Il giovane, Augusto Bianco, non è indagato ed è innocente fino a prova contraria. A tirarlo in ballo una conversazione intercettata tra Teresa Vitolo e Stefano Fusco

Foto LaPresse - Marco Cantile

CASAL DI PRINCIPE – Ai pm lo ha detto Gaetano Orabona: il clan così come abbiamo imparato a conoscerlo, diviso in cosche, con i Bidognetti quasi autonomi, non c’è più. Per ‘sopravvivere’, ha spiegato qualche anno fa il pentito di Trentola Ducenta, si sarebbe ricompattato, affidando la sua gestione ai ‘parenti di’. E le recenti indagini della Dda hanno fatto emergere che ad incidere in alcune attività criminali, come la vendita di droga, ora sarebbero i figli di storici boss al momento in cella.

Augusto Bianco (non indagato ed innocente fino a prova contraria)

Nell’ipotetico scontro tra Teresa Vitolo, ex moglie di Carlo Del Vecchio, e Cristina Gravante per gestire le piazze di spaccio dell’agro caleno, non avrebbe avuto un ruolo soltanto Gaetano Diana, figlio del capo-zona Elio, ma, affermano gli investigatori, anche Augusto Bianco (non indagato ed innocente fino a prova contraria). Si tratta del figlio di Cesare Bianco, storico esponente della cosca Schiavone.

Il suo nome, sostengono gli investigatori, spunta fuori in una conversazione dell’ottobre 2015 tra la Vitolo e l’ex compagno, Stefano Fusco, cugino del ras Maurizio Fusco, in merito al presunto intervento del ragazzo per dirimere l’attrito con la Gravante: “Ah… e Augusto non l’ha mandato a chiamare a lui, ha detto? E quando hai mandato a chiamare Augusto ho detto io”. La donna stava riferendo all’allora compagno la conversazione avvenuta proprio con la Gravante: “Augusto, quando se ne è andato, che ha detto, fammi capire?”.

Cesare Bianco

Le intercettazioni eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, sostiene l’accusa, attestano che la vendita di droga nell’agro caleno avveniva sotto la direzione e il controllo dei Casalesi.

Se Bianco non è stato formalmente coinvolto nell’inchiesta, che ha smantellato la presunta cricca di Vitolo, specializzata nello smerciare narcotici (comprati da napoletani e albanesi), lo è stato, invece, Gaetano Diana.

Gaetano Diana

Il giovane, assistito dall’avvocato Alfredo Santacroce, accusato di associazione finalizzata alla vendita di stupefacenti (aggravata dal metodo mafioso), nelle scorse settimane ha lasciato il carcere su ordine dal Riesame. Sono ancora in cella la Vitolo e Fusco, difesi dall’avvocato Carlo De Stavola. Ai tre e ad altri 10 indagati il pm Maurizio Giordano ha notificato nelle scorse settimane la conclusione delle indagine.

Nei prossimi giorni il magistrato valuterà se avanzare o meno la richiesta di rinvio a giudizio.

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