MONDRAGONE – Spacciavano nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia. Piccole dosi dal costo di 20 e 50 euro. Nel corso delle indagini sono stati documentati 240 episodi di cessioni di stupefacente tra marzo e settembre del 2020. La piazza di spaccio era quella di Mondragone e la droga veniva fatta arrivare soprattutto da Scampia, a Napoli. Ieri, al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, otto persone sono state arrestate. Sette sono state ristrette in carcere mentre una ottava è stata posta ai domiciliari. Altri sette sono indagati a piede libero.
L’ordinanza
Ad eseguire l’ordinanza cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi su richiesta della locale Procura (procuratore facente funzione Carmine Renzulli) sono stati i carabinieri del Reparto territoriale di Mondragone. Sono gravemente indiziati di detenzione e cessione continuata di sostanze stupefacenti in concorso. Cocaina, crack, marijuana e hashish le sostanze che smerciavano. Le indagini si sono basate soprattutto su una lunga attività di osservazione, pedinamento e una serie di intercettazioni delle conversazioni tra alcuni degli indagati e i loro ‘clienti’. Circa 300 grammi di cocaina e crack sequestrati, 44 grammi di marijuana e crack. In cinque furono a suo tempo arrestati in flagranza di reato, giudicati e poi rimessi in libertà.
Il canale di approvvigionamento
Scoperto anche il canale di approvvigionamento che permetteva ai pusher di disporre della sostanza stupefacente da vendere a Mondragone. Da Secondigliano, quartiere Scampia si muoveva uno dei coinvolti nell’inchiesta che provvedeva, stando a quanto emerso dalle indagini, a rifornire i pusher sul territorio. Nel giugno di due anni fa un 31enne fu acciuffato dai carabinieri mentre spacciava. I militari dell’Arma, al termine di un servizio di osservazione e pedinamento, sorpresero il giovane mentre cedeva sostanza stupefacente a tossicodipendenti del luogo. La successiva perquisizione personale e domiciliare, consentì ai carabinieri di rinvenire e sottoporre a sequestro 30 di crack, già ripartita in piccole dosi e pronta per essere spacciata; una piccola quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana, contenuta all’interno di un involucro di plastica; nonché la somma contante di quasi 3mila euro ritenuta provento dell’illecita attività. L’indagine giunse così ad una svolta anche se l’episodio non rientra tra quelli contestati nell’ordinanza eseguita ieri.
La rete dei fornitori
Gli investigatori dal quell’arresto ricostruirono la rete di fornitori e acquirenti che si recava a Mondragone nonostante le restrizioni, spesso con mezzi di fortuna o trasgredendo le regole rigide imposte per limitare i contagi. Due anni fa l’antivirus non era stato ancora messa a punto e spostarsi per acquistare la droga era un vero e proprio rischio che si aggiungeva a quello di essere scoperti con la sostanza stupefacente appena acquistata come poi in diversi casi è effettivamente avvenuto. Pur di entrare in possesso della tanto sospirata dose di stupefacente mettevano a repentaglio la loro salute con il rischio di incappare in controlli e conseguenti multe. Per gli arrestati oggi partiranno gli interrogatori di garanzia. Tra gli avvocati impegnati Edmondo Caterino, Antonio Miraglia, Luigi Iannettone e Nando Letizia.
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