ROMA – Effetto lockdown, monolocali e bilocali in soffitta: cambia il mercato delle case. Con la pandemia, infatti, si sono modificate le esigenze: le persone ora sentono la necessità di allontanarsi dai centri urbani per trovare allocazioni verso spazi verdi o in case con terrazzi in periferia. Una scelta dettata da un’esigenza di miglioramento del proprio modus vivendi che ha portato ad un’inversione di tendenza del mercato immobiliare.
Gigio: verso nuovi orizzonti abitativi
Lo spiega Roberto Gigio, presidente e amministratore delegato di Coldwell Banker Italy, franchising immobiliare, secondo il quale “all’inizio del 2021, ci stiamo rendendo conto che vendere casa è molto più facile che nel 2020. Dopo un anno trascorso per lo più senza uscire, le persone che hanno continuato a lavorare hanno accumulato risparmi e con il lockdown hanno capito quali possono essere i limiti delle loro abitazioni”.
Il cambio di rotta
Che ha poi aggiunto: “Ci aspettiamo un aumento dei prezzi per determinati tipi di immobili, come i trilocali e gli edifici di nuova costruzione, in questa fase nettamente preferiti rispetto alle vecchie case in centro città che magari necessitano di ristrutturazione. In generale – conclude – ci attendiamo che la campagna vaccinale, una volta completata, accelererà ulteriormente queste tendenze, anche perché ora il settore immobiliare tende a essere ancora relativamente fermo per le difficoltà oggettive a visitare gli appartamenti.
I dati Nomisma
Secondo gli ultimi dati dell’osservatorio sul mercato immobiliare effettuato da Nomisma si evince che nel 2020 si è manifestata una “flessione delle compravendite di abitazioni a 46.241 unità, con un calo del 7,7% annuo. In ambito residenziale l’entità del calo su base annua si è attenuata grazie ai mercati di provincia, i quali, nella seconda parte dell’anno, hanno fatto registrare un aumento tendenziale del 10 per cento”.
La flssione
Inoltre Nomisma segnala che i prezzi hanno manifestato una “flessione nominale tra lo 0,7% delle città intermedie e il 2% di quelle più grandi: cali alquanto contenuti se paragonati all’ultima fase riflessiva registrata in Italia che ha visto flessioni dei pezzi su base annua del 3,5% nei mercati maggiori e del 2,9% nei mercati intermedi”.