MILANO – Mariastella Gelmini rompe gli indugi e, dopo aver lasciato Forza Italia per aver messo fine al governo Draghi, è pronta a passare ad Azione. “Ho letto il manifesto di Azione. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, Pnrr, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l’agenda Draghi ed è quello che serve all’Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci”, scrive la ministra per gli Affari regionali su Twitter. A stretto giro di posta arriva la replica del leader centrista, che ‘cinguetta’: “Con grande piacere”. Succede in una giornata in cui c’è stato l’incontro fra il segretario di Azione e il leader di Italia viva, Matteo Renzi, il quale ha ribadito che il suo partito potrebbe correre anche da solo alle prossime elezioni. Dopo che nella sua enews si era espresso così sul nodo alleanze: “Siamo pronti ad allearci con chi ha voglia di costruire un progetto serio per il Paese. Se le alleanze devono servirci per racimolare tre seggi non ci interessa: le poltrone contano ma le idee contano di più. Noi siamo pronti, in campo, anche da soli”.
A far rumore è, intanto, la continua diaspora da FI. Anche Giusy Versace lascia così come la deputata Annalisa Baroni e un altro gelminiano di ferro come l’assessore lombardo alla Casa e housing sociale, Alessandro Mattinzoli, che rimette le deleghe in Giunta e viene sostituito da Alan Rizzi. “Quattro anni fa – spiega Versace in una nota – ho trovato in Forza Italia ideali e progettualità in cui mi rispecchiavo e che mi hanno spinta a prestare il mio volto alla politica, ma oggi, con tristezza, devo prendere atto dell’attuale incompatibilità tra le vicende di queste giorni ed i valori, su tutti il rispetto della dignità di ciascuna persona, in cui ho sempre creduto e che non intendo tradire”. Dal canto suo, Baroni sentenzia che “ha ragione Mariastella Gelmini quando dice che in Forza Italia non c’è più spazio per i moderati. Da oggi non faccio più parte di FI e lascio ogni carica all’interno del partito”. Mattinzoli, ancora, spiega così a LaPresse la propria scelta: “Quella che conoscevo era una voce che aveva una sua identità, sensibilità e visione nel centrodestra, ora ho visto che per questa voce non c’è più spazio”.
Tornando, invece, alle manovre al centro, Calenda annuncia con Emma Bonino di +Europa un ‘patto repubblicano’. “Non è aperto a chi ha fatto cadere Draghi, con certezza matematica”, assicura il segretario di Azione. E poi scherza con i giornalisti quando gli chiedono del leader di Insieme per il futuro e dice: “Di Maio chi?”. Sembra un portone sbattuto in faccia proprio a Luigi Di Maio, che però tende la mano: “Le coalizioni sono fondamentali per andare uniti contro gli estremismi. Credo sia un valore essere uniti in questo momento fra coloro che hanno provato a salvare il governo di unità nazionale. Ci lavoreremo, poi gli italiani di decideranno. Non è un tema di convincere una persona, in questo momento storico credo che sia un grande valore essere uniti intorno a programmi e a visione di Paese”. E non solo. Il leader di Italia al Centro e governatore della Liguria, Giovanni Toti, è dubbioso: “Ho visto il programma pubblicato da Calenda: per molti aspetti è condivisibile ma non so quanti, nella coalizione di Letta, lo condivideranno”. I lavori al centro sono in corso.
(Luca Rossi/LaPresse)