Elezioni, Letta frena le correnti e Casillo

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Enrico Letta

NAPOLI (Francesco Foco) – “Se il partito me lo chiede, io ci sono”. E’ la risposta che di default danno un po’ tutti gli aspiranti parlamentari del Partito democratico, su tutti i consiglieri regionali. Dopo la direzione nazionale dell’altro ieri e il voto all’unanimità alla relazione del segretario nazionale Enrico Letta, è stato votato un dispositivo che vieta le candidature ai consiglieri regionali. Salvo i casi in cui non sia il partito nazionale e chiederlo, concedendo quindi una deroga. E’ il tentativo di Letta per tenere a bada le tantissime correnti locali, ed è lo strumento con cui il commissario Francesco Boccia si siederà al tavolo delle trattative con tutti, Vincenzo De Luca compreso.
Sono tanti i consiglieri regionali dem che aspirano ad una candidatura alla Camera o al Senato. Il capogruppo e recordman di preferenze Mario Casillo (a sinistra), il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero e Massimiliano Manfredi. Tre uomini di preferenze con una lunghissima esperienza nel partito e nelle istituzioni. Il tentativo evidente del Nazareno è quello di candidarli nei collegi uninominali, dove la partita è durissima (se non persa, sondaggi alla mano). Un braccio di ferro di difficile soluzione. Per quanto riguarda le aspirazioni di Casillo, vale la pena ricordare una vecchia ruggine tra lui e Letta in persona. Ormai dieci anni fa, mister 42mila preferenze era il riferimento della corrente lettiana in consiglio regionale. A Salerno invece c’era l’ex deputato Guglielmo Vaccaro e a Napoli l’ex deputato Eugenio Mazzarella. Quando Letta chiese a Casillo di votare alle famose primarie parlamentarie della discordia per Vaccaro a Napoli (era stato ‘cacciato’ dal salernitano da Vincenzo De Luca), Casillo si rifiutò, puntando sulla candidatura di Pasquale Sollo, che poi risultò eletto. Inoltre, Casillo è nella corrente Base Riformista e vicinissimo a Luca Lotti, una compagine renziana rimasta nel Pd a cui il segretario nazionale ha dichiarato guerra. Tant’è.
In ogni caso, sono tanti i partiti che potrebbero pescare dal consiglio regionale della Campania per comporre le proprie liste. Si parla molto di Francesco Iovino (al centro)candidato in Italia Viva (o in una lista centrista), così come potrebbe giocarsi una partita Giuseppe Sommese con Azione. Anche se Carlo Calenda vuole avere tra i suoi Mara Carfagna e la ministra del Sud, che ieri ha ufficialmente lasciato Forza Italia, verrebbe candidata a Napoli in caso di accordo. Nei Verdi si vocifera della candidatura di Francesco Emilio Borrelli. Il discorso si fa interessante in quel del centrodestra. I collegi sono tanti, soprattutto se i sondaggi si dimostrassero veritieri. E i posti (tenendo conto delle defezioni in Forza Italia) sono più dei candidati. La Lega è alla disperata ricerca di nomi per riempire la lista, anche se ad essere favoriti restano gli uscente Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa (a destra), mentre in Fi è tutta da valutare la posizione di Stefano Caldoro.
Tornando al centrosinistra, infine, interessanti le dichiarazioni di Gaetano Manfredi. Il sindaco di Napoli sembra punzecchiare Letta sul divorzio dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che lui invece ha in giunta: “Se si vogliono vincere le elezioni, bisogna stare assieme. Ovviamente attorno a un programma chiaro e condiviso, come abbiamo fatto qui a Napoli . Bisogna aggregare attorno a una proposta politica quante più forze possibili. Divisi non si va molto lontano”. E poi un’apertura diretta: “In politica non si può mai dire. In questa occasione è stata fatta questa scelta di andare separati. Ma un dialogo bisogna sempre averlo”. Chissà. Situazione intricata. Tanti sperano, altrettanti rischiano di restare delusi. Per il centrodestra, che andrà compatto, potrebbero esserci tanti spazi e una classe dirigente numericamente insufficiente a disposizione. Il Pd ha il problema opposto. I 5 Stelle sono in tilt. Con Roberto Fico che è appeso alla resistenza di Conte ai veti di Grillo sul doppio mandato.

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