ROMA – “Un pareggio non può esserci”. Enrico Letta continua a non avere dubbi: la partita è tra centrodestra e centrosinistra. “Il ragionamento di chi dice ‘ci sarà un pareggio e rimettiamo Draghi'” a palazzo Chigi, (leggi Carlo Calenda e Matteo Renzi), scandisce il segretario Pd nel salotto di ‘Porta a porta’, “non fa i conti con la legge elettorale che prevede più di un terzo degli eletti con la logica dell’uninominale. Nei 221 collegi uninominali uno solo viene eletto. Vince uno solo”, insiste.
Il leader dem vuole che il messaggio arrivi forte e chiaro a chi lo ascolta e allora, per calare nella realtà una logica altrimenti comprensibile solo ad addetti ai lavori e appassionati di sistemi elettorali, fa un esempio pratico e affatto casuale. “Nel collegio di Roma centro – spiega – sono candidati Calenda, per noi Bonino, poi esponenti di FdI e M5S. Chi vota Calenda, che non ha nessuna possibilità di essere eletto visto che lì bisogna superare il 35-40 per cento dei voti, e a questa soglia arrivano solo centrodestra e centrosinistra, impedisce alla Bonino di essere eletta, il voto utile è oggettivo, passano solo candidati di centrodestra o centrosinistra”, sentenzia.
Letta usa parole dure contro l’ex alleato anche per quel che riguarda la sua proposta di una sospensione della campagna elettorale per sedere tutti al tavolo di Mario Draghi e trovare una soluzione comune contro il caro bollette. “Il problema non è la campagna elettorale o l’armistizio. Il problema peggiore è mescolare le due cose. Il Parlamento c’è e il Governo c’è. Prenderà le sue decisioni e il Parlamento le ratificherà. Io eviterei di fare cinema inutile, propaganda – attacca – Siamo tutti lì, il Governo faccia il provvedimento che deve fare e noi ci siamo”.
La risposta di Calenda non si fa attendere. “Chi non vota Pd è per Putin, chi non vota Pd è No Vax, chi non vota Pd vuole lo sfruttamento, chi non vota Pd è per Almirante.. Esistono solo il rosso o il nero. È una campagna elettorale più violenta di quelle del dopoguerra. L’Italia è meglio di così Enrico”, replica mettendo agli atti che il segretario del Pd “è l’unico leader che rifiuta l’incontro. Del resto il suo messaggio è uno solo: dividere gli italiani tra buoni e cattivi, e i cattivi sono tutti quelli che non votano Pd”.
Sul fronte energetico, in realtà, Letta e Calenda sono impegnati in battaglie comuni. Dal tetto Ue al prezzo del gas all’ipotesi di sganciare il costo del combustibile fossile da quello di energia elettrica e rinnovabile, passando per il rigassificatore di Piombino.
Anche il segretario Pd, infatti, apre: “Penso che bisogna farlo il rigassificatore a Piombino ma bisogna capire e accompagnare la resistenza del territorio, prendendoci un impegno sul risarcimenti e bonifiche che con il rigassificatore non c’entrano ma che hanno a che fare con la storia di questa città”.(LaPresse)