PONTIDA (BERGAMO) – Tre anni e tre giorni dopo l’ultima volta, torna il raduno della Lega a Pontida. Nella cittadina della bergamasca il folklore non manca, tra militanti con la barba lunga verde e il kilt e i foulard verdi con il sole delle Alpi, ma il ritorno sul pratone per Matteo Salvini è un’occasione per ricaricare le batterie. Alla vigilia dell’ultima settimana di campagna elettorale, caratterizzata dalla ‘mission impossible’ della rincorsa su Fratelli d’Italia, che i sondaggi danno come forza trainante della coalizione di centrodestra.
I big, da Roberto Calderoli a Massimiliano Fedriga, escludono che il risultato elettorale possa trasformarsi in una resa dei conti nel Carroccio, perché “a Pontida c’eravamo anche con la Lega al 4%”, ricorda il governatore del Friuli Venezia Giulia. Il messaggio più diretto agli alleati del centrodestra, Meloni e Berlusconi, porta la firma di Salvini. Che ammonisce: “All’estero un’Italia con un governo stabile e coerente sarà molto più rappresentata di un governo con 38 sigle diverse. Con Giorgia e Silvio la vediamo su quasi tutto allo stesso modo e governeremo bene insieme per cinque anni, promesso. Niente scherzi, quello che è scritto nel programma è sacro, le lasciamo a sinistra le divisioni”.
Il ‘Va, pensiero’ di Giuseppe Verdi dei tempi dell’annunciata secessione della Padania è un lontano ricordo, piuttosto c’è spazio per un repertorio di hit di musica italiana, da Pupo a Dargen D’Amico. I tempi sono chiaramente cambiati. Sta di fatto che sul ‘sacro suolo’ torna la gente della Lega, in arrivo ormai da tutta Italia anche con oltre 200 pullman messi a disposizione del partito. Ci sono 100mila persone, secondo gli organizzatori, ma manca il fondatore, Umberto Bossi: il Senatùr alla fine è rimasto nella sua casa di Gemonio per stare con i familiari in vista dell’81esimo compleanno di domani.
“C’è un grande uomo grazie al quale siamo qua, perché chi dimentica le sue radici non ha futuro. Oggi non è qua perché sta festeggiando il suo compleanno, che sarà domani, in famiglia. Sempre grazie, onore e forza a Umberto Bossi. Umberto, siamo qua grazie a te, per te, e andremo molto lontano sul tuo esempio”, le parole di Salvini dal palco che fanno da antipasto agli applausi del pratone, dove spopolano le bandiere venete con il Leone di San Marco ma soprattutto quelle con ‘Salvini premier’ nel simbolo.
Il pratone si riempie man mano. Il segretario, in camicia e jeans, dice a gran voce dal palco: “Vedere decine e decine di migliaia di persone mi riempie il cuore e non c’è processo che mi possa o ci possa fermare. Ai giornali e alle tv verrà difficile nascondere questa marea”. Il messaggio che parte dal palco di Pontida all’unanimità è, sostanzialmente, di unità, una sorta di serrare i ranghi in un periodo in cui il 34% delle europee è un lontano ricordo. E gli spifferi sono parecchi.
Con una battaglia a far da minimo comune denominatore dei vari interventi: l’autonomia. Un tema, quest’ultimo, in particolare toccato da tutti i presidenti di Regione del Carroccio. Con il ‘Doge’ Luca Zaia che sbotta: “Chiunque andrà a governare non avrà scelta: l’autonomia vale anche la messa in discussione di un governo”. Tra l’altro, spunta anche lo striscione con la scritta con la data del referendum del 22 ottobre 2017: “Il 98,1% dei veneti vuole l’autonomia. Salvini ‘ormai semo strachi’ ragionaci sopra”.
Ma è l’abolizione del canone Rai la novità di giornata per Salvini
“Dall’anno prossimo – sottolinea – zero canone in bolletta e la televisione pubblica come in altri Paesi fa servizio pubblico campando di pubblicità, profitti e ascolti. Zero canone Rai, si può, lo fanno 10 Paesi europei”. E poi il Capitano fa firmare alla squadra al completo dei ministri e di governatori su un cartellone blu, il colore dominante di questa edizione, sei obiettivi, che rappresentano il “sacro impegno della Lega”, dice il leader dal palco, che poi invoca un ruolo da “protagonista” per l’Italia in Europa. Quindi, fa l’elenco degli impegni del Carroccio: “Stop alle bollette e sì nucleare sicuro, autonomia regionale, flat tax al 15% e pace fiscale, stop Fornero e sì quota 41, stop agli sbarchi e sì ai decreti sicurezza e giustizia giusta”. Insomma, patti chiari, amicizia lunga.(LaPresse)