Emergenza brucellosi, gli allevatori lanciano un ultimatum alla Regione

Emergenza brucellosi
Emergenza brucellosi

CASTELVOLTURNO – Il messaggio dato dagli allevatori, con la protesta di mercoledì scorso, ai politici è arrivato forte e chiaro: così come è stato approvato dalla giunta regionale, il piano per l’eradicazione di brucellosi e tubercolosi delle specie bovina e bufalina non va bene. Non aiuta le loro aziende a risollevarsi, ma contribuisce ad affossarle, implementando gli abbattimenti degli animali. Migliaia e migliaia in questi anni le bufale sacrificate sull’altare della lotta alle infezioni. E il risultato è stato scarsissimo. Brucellosi e tubercolosi spadroneggiano ancora nell’area compresa tra Castelvolturno. Cancello Arnone, Grazzanise e S. Maria La Fossa (la zona rossa). 

Imprenditori agricoli, autotrasportatori, contoterzisti e titolari di caseifici hanno protestato percorrendo con i loro mezzi, a passo lento, il tratto autostradale Capua-Caserta Sud-Caianello. “Entro domani – hanno fatto sapere dal Coordinamento unitario per la tutela del patrimonio bufalino – aspettiamo una risposta dalla Regione, altrimenti alzeremo l’asticella della mobilitazione”. Se hanno deciso di creare disagi in autostrada è per far sentire la loro voce fino a Roma.  Tre le richieste avanzate: la principale riguarda la sospensione dell’applicazione della delibera regionale 104, che ha ratificato il piano, “fino a quando, come aveva promesso l’assessore Nicola Caputo, non si ricomporrà un tavolo di confronto sulla scrittura del piano”. Vogliono che la discussione sia gestita dalla Presidenza della Regione “sotto la diretta responsabilità del governatore Vincenzo De Luca”, delegato alla Sanità. E desiderano che venga adeguata “la composizione della struttura tecnica chiamata a scrivere e gestire l’applicazione del piano in modo da renderlo coerente con gli annunci di svolta che la Regione aveva espresso”, perché chi lo forma oggi è contrario a vaccinazioni e autocontrollo, le misure che la categoria chiede con forza.

Il grido della protesta è arrivato fino a Strasburgo. E sul caso, infatti, è intervenuto Piernicola Pedicini, europarlamentare dei Verdi: “Non credo che ci sia qualcuno tra gli allevatori bufalini casertani disposto ad affidare il destino delle proprie bufale a chi ha avuto ed ha la responsabilità politica e sanitaria della mattanza ingiustificata di oltre 100 mila capi e la chiusura di centinaia e centinaia di aziende.  Si straparla della tempistica delle diagnosi di eventuali infezioni bovine e nulla si dice sul diritto sacrosanto degli allevatori ad un contraddittorio diagnostico da tenersi prima degli abbattimenti dei casi sospetti. Perché  – ha chiesto – si continua a dare per buoni dei kit diagnostici che hanno consentito l’uccisione di 140 mila capi per sospetta brucellosi o tbc, poveri animali risultati poi sani nel 97% dei casi?”. E ancora: “Ma di quale rispetto del principio di autocontrollo parliamo se poi con la mannaia delle regole regionali sulla bio-sicurezza De Luca, Caputo e Limone si arrogano praticamente il diritto di vita e di morte su tutti gli allevamenti casertani? Ma forse – ha concluso l’europarlamentare –, la cosa più interessante da capire è per quale ragione la sanità veterinaria campana non sia stata già commissariata da un pezzo”.

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