Scommesse illegali, 71 a rischio processo

CASAL DI PRINCIPE Mercato San Severino, nel salernitano, la base della presunta organizzazione criminale. Ma i suoi tentacoli sarebbero arrivati anche nelle province di Napoli e Caserta, spingendosi all’occorrenza fino in Puglia e sulle coste siciliane. Il core-business della piovra, dicono gli inquirenti,  erano le scommesse illegali on-line. Un affare, portato avanti dal 2012 al 2019, capace di muovere cifre da capogiro:  in 2 anni la cricca avrebbe messo le mani su 5 miliardi di euro. E parte di questo denaro, afferma la Dda, è finito nelle casse del clan dei Casalesi (fazione Venosa-Schiavone). L’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno, che ha acceso i riflettori su questa ipotizzata gang, lo scorso gennaio era sfociata in 33misure cautelari. Ed ora è arrivata alla conclusione. I pm Giancarlo Russo e Francesca Fittipaldi della Dda di Napoli hanno dichiarato terminate le attività investigativa. Nei prossimi giorni valuteranno per chi avanzare richiesta di rinvio a giudizio. Sono in 71 a rischiare il processo, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a delitti in materia di giochi e scommesse illegali, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche, auto-riciclaggio. 

L’aggravante mafiosa è contestata soltanto a Luigi Giuseppe Cirillo, 48enne di Mercato San Severino, figlio del defunto boss calabrese di Sibari, Antonio Tancredi, 55enne di Potenza,  Michele Ambrosio, 32enne di  San Giuseppe Vesuviano e Giuseppe Carnovale: i quattro sono ritenuti il vertice del sodalizio. A loro si aggiungono Antonio La Commara, 37enne di Napoli, Giuseppe Verrone, 37enne di Casal di Principe, assistito dal legale Elena Schiavone, Raffaele Venosa, 52enne,ex boss, ora collaboratore di giustizia,e la figlia Mary. originari di San Cipriano d’Aversa

L’indagine ha coinvolto pure Salvatore Pota, 39enne di S. Marcellino, assistito dal legale Carmine D’Aniello, fratello del più noto Nicola (che sta scontando in carcere la condanna per l’omicidio del tabaccaio Giovanni Tonziello e per camorra).  Salvatore è stato inserito dalla Procura nell’associazione diretta da Cirillo con il ruolo di operatore. 

I militari dell’Arma, 4 mesi fa, eseguirono anche il sequestro di 11 siti internet, due società con sede legale a Mercato San Severino, e apposero i sigilli a beni per 3 milioni di euro, riconducibili, afferma l’accusa, a Cirillo. La sua compagine criminale si sarebbe servita di un sistema di gestione e amministrazione telematico ideato nei primi anni 2000 da  Luigi Tancredi: con il passar del tempo è stato potenziato  fino a servire una community di gioco fatta di diversi milioni di utenti dislocati in tutto il mondo i quali potevano giocare e scommettere online l’uno contro l’altro pure a distanza di migliaia di chilometri.

Gli organizzatori sfruttavano siti internet con domini .com ed .eu, tutti privi delle autorizzazioni dei monopoli di Stato italiani, allocati presso diversi server che, seppur coordinati da Mercato San Severino, sono materialmente ubicati in paradisi fiscali come Panama e l’isola di Curacao.

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