Emergenza Castelvolturno. La piaga delle case occupate

CASTELVOLTURNO – C’è chi dice 15mila, altri sostengono 20mila. Fare una stima precisa del numero di irregolari presenti sul Litorale è impresa ardua. La certezza è che sono tanti e che, inevitabilmente, incidono sul resto della comunità in termini di servizi e di costi. E rappresentano anche un bacino che genera criminalità e a cui attingono le organizzazioni mafiose già strutturate (locali e straniere), sempre in cerca di manodopera.
Se queste persone vivono in città è perché hanno trovato una casa. E spesso il tetto sotto cui vivono è stato occupato illecitamente. Hanno approfittato della mole di seconde case, perlopiù abbandonate dai proprietari, per trasformarle nei loro rifugi. A Destra Volturno e a Bagnara diventano spesso delle crack house (dove la droga viene venduta ai tossicodipendenti che possono consumarla sul posto). Alcune strutture si trasformano pure in case a luci rosse. Nella zona di Ischitella, invece, le villette occupate abusivamente diventano depositi di droga usati da narcos o fabbriche di falso. Nella zona di Pinetamare, invece, nel parco Lagani, in ciò che resta di quello Saraceno e nei pressi dei palazzi Grimaldi è frequento lo spaccio di droga e il contrabbando.
Individuare questi immobili e provare a liberarli è una delle azioni che lo Stato ha intenzione di intraprendere per contrastare l’emergenza criminalità sul Litorale. Ed infatti il Viminale ha emesso una circolare con cui ha chiesto al Comune di effettuare un report proprio degli alloggi occupati situati a Castelvolturno. Ma il Municipio, ha fatto sapere il sindaco Luigi Petrella, non ha le risorse per organizzare un vero e proprio censimento e così, per recuperare i primi dati, in accordo con la prefettura di Caserta e le autorità di pubblica sicurezza, ha preferito adottare un altro approccio: “Abbiamo pochissimi vigili urbani e gli uffici già sono oberati di lavoro. Per iniziare ad avere dei dati – ha dichiarato il sindaco Petrella – recupereremo tutte le denunce giunte al comando di polizia locale, al commissariato di polizia di Stato o alle stazioni dei carabinieri riguardanti le occupazioni abusive. Inizieremo a raccogliere quelle dell’anno in corso e ci muoveremo a ritroso, arrivando, almeno in un primo momento, fino al 2019. In questo modo avremo una base da cui partire. Il vero problema – ha proseguito Petrella – sarà poi comprendere come agire. Mettere in piedi operazioni per sgomberarle è fattibile. Se lo Stato fa uno sforzo, garantendo un numero adeguato di uomini, si può fare. Una volta liberate queste case possono essere anche murate, ma, ed è già capitato, nel giro di pochissimi giorni, quelle barriere verranno buttate giù e gli immobili invasi ancora una volta. Bisogna percorrere altre strade. Come ha detto il ministro Matteo Piantedosi nella sua recente visita a Castelvolturno – ha aggiunto il primo cittadino -, bisogna puntare sul rimpatrio degli irregolari. Chi ha le carte in regola per vivere la città non costituisce un problema perché è già integrato: gode dei diritti di ogni cittadino e ha dei doveri come tutti gli altri castellani”. Nelle ultime ore è circolata anche la notizia della possibile creazione di un Cpr (Centro per il rimpatrio) proprio a Castelvolturno: “E’ una voce che si rincorre, ma – ha chiarito la fascia tricolore – credo che non si farà, e in ogni caso non siamo affatto d’accordo. Penso che Castelvolturno abbia dato fin troppo”. Il vero problema, ha proseguito il sindaco, “è gestire queste migliaia e migliaia di persone ‘invisibili’ che, spesso, alimentano circuiti criminali. Garantire alla città fondi imponenti per creare nuove strutture, per potenziare le infrastrutture e poi non agire per renderla sicura – ha concluso Petrella – rischia di diventare un’operazione dispendiosa e inutile”.

Il Governo vicino alla città, arrivati 23 nuovi agenti

CASTELVOLTURNO (an) – È un piccolo passo, ma è pur sempre un inizio: il Governo, in modo concreto, ha iniziato a dimostrare il suo impegno per il Litorale. Come? Portando in città 23 nuovi agenti. La promessa che il commissariato di polizia avrebbe potuto contare su un numero più consistente di unità era stata fatta dal ministro Matteo Piantedosi durante la sua visita a Castelvolturno. Il capo del Viminale partecipò pure al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. E alla presenza del capo della polizia di Stato, Vittorio Pisani, venne garantito che sarebbero state assegnate nuove risorse. E, suddivisi in due tranche, sono giunte prima 18 unità e successivamente altre 5. “È un inizio. Dobbiamo continuare su questa strada e concretizzare altre iniziative per rendere la città più sicura”, ha dichiarato il sindaco Luigi Petrella (nella foto). L’amministrazione mira anche a potenziare il personale dei vigili urbani: attualmente, il comandante Vincenzo De Simone può contare su 4 unità. Era stato presentato un progetto, rispondendo ad un avviso pubblico, per ottenere finanziamenti al fine di assumere altri 30 agenti. “La procedura – ha chiarito Petrella – è bloccata. La quota prevista dal Governo sembra non essere sufficiente a coprire tutte le richieste presentate dai vari Enti intenzionati a rafforzare il corpo dei vigili urbani. Pertanto, Castelvolturno dovrà rivedere la sua richiesta”.

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