MILANO – Un anno nero per la qualità dell’aria. Il 2019 si è chiuso con 54 capoluoghi di provincia che hanno sforato la soglia prevista per le polveri sottili pm10 o per l’ozono, stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni l’anno. Di questi, ben 26 hanno superato il limite di entrambi i parametri. Lo ha reso noto l’associazione Legambiente che ha pubblicato i dati aggiornati nel rapporto annuale ‘Mal’Aria’. Il record negativo lo detiene Torino con 147 giorni ‘fuorilegge’, seguita da Lodi (135 giorni) e Pavia (130).
Le città che hanno superato il limite
Neanche per il 2020 le notizie sono confortanti. L’anno parte in salita con 5 città che hanno già superato per 18 giorni i limiti di pm10: Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso. Male anche Napoli e Roma. Nulla di inaspettato.
Emergenza smog in Italia
Nel capoluogo piemontese era scattato nei giorni scorsi perfino il livello viola di qualità dell’aria, il più allarmante. Ma Torino non è un’eccezione. Lo smog ha paralizzato nelle scorse settimane tutta la Pianura Padana: dalla Lombardia all’Emilia Romagna. E non ha risparmiato neanche la capitale e Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha puntato sullo stop al fumo all’aperto. A Roma per giorni la circolazione delle auto è stata limitata. Ma il blocco del traffico, così come organizzato dalle amministrazioni comunali, secondo Legambiente, non risulta sufficiente a contrastare un’emergenza smog divenuta ormai “cronica”.
Legambiente lancia l’allarme
“Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci e integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura”, aggiunge.
Gli effetti nefasti dell’inquinamento
Legambiente ha stimato che ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra i 47 e i 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo). Dal 2010 al 2019 il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di pm10. Prima in classifica per ben 7 volte su 10 è stata Torino con 1086 giorni di inquinamento in città, seguita da Frosinone, Alessandria, Milano, Vicenza e Asti.
Come intervenire
“Bisogna intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato”, sostiene la Coldiretti che denuncia come lo smog nelle città sia l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che in Italia non superano i 32,8 metri quadrati a persona. “Nella lotta allo smog – sottolinea la Coldiretti – occorre favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento”.
(LaPresse/di Lucrezia Clemente)